[25/10/2006] Parchi

All’Elba a caccia di notte e dentro il parco nazionale

CAPOLIVERI. Dopo che una pattuglia della Polizia ha fermato alle 4,45 del 24 ottobre due bracconieri di Massarosa (Lu) che avevano ucciso un cinghiale a Monte Perone, nel comune di Campo nell’Elba e nel cuore del parco nazionale dell’Arcipelago toscano, arriva da Capoliveri un’altra segnalazione di bracconaggio notturno, un’attività sempre più diffusa all’Elba, in particolar modo nell’area protetta.

Alle 2,20 del 25 ottobre si sono sentiti distintamente due spari, partiti da fucili diversi, in località Straccoligno, all’altezza del fosso delle Cavallacce e dentro il parco nazionale, ai quali hanno fatto seguito rumori che sembravano proprio quelli di trascinamento di un grosso animale nel bosco.

«E’ l’ennesima segnalazione di un bracconaggio notturno che avviene in tutte le stagioni dell’anno – spiegano a Legambiente - e che a Capoliveri è diventato un’abitudine dopo l’introduzione da pochi anni dei cinghiali nel promontorio di Calamita. Una caccia illegale che si svolge non solo in periodi ed in orari di divieto venatorio, ma ben dentro il parco nazionale e pericolosamente in vicinanza delle abitazioni».

Il bracconaggio è in gran parte esercitato da chi conosce luoghi spesso impervi e per questo per gli ambientalisti è ancora più clamoroso il fermo dei due bracconieri continentali provenienti da Massarosa, «armati con munizioni proibite ed uno dei quali, nonostante fosse già stato denunciato per bracconaggio e caccia abusiva durante una sua precedente trasferta elbana è evidentemente ancora in possesso di porto d’armi e continua a cacciare».

Per questo Legambiente chiede che «in presenza di bracconaggio nel parco nazionale, si proceda non solo alla confisca dei mezzi di cattura ed uccisione ma anche all’interdizione dei bracconieri continentali dall’esercizio venatorio nell’Ambito territoriale di caccia elbano e soprattutto alla revoca definitiva del porto d’armi per tutti».

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