[26/10/2006] Comunicati

La natura in banca nell’era dell’Antropocene

ROMA. Siamo nell’Antropocene: l’era in cui il maggiore fattore di cambiamento è l’uomo che in tempi recenti ha provocato un sfruttamento smisurato delle risorse assediando con l’industria, l’urbanizzazione, l’inquinamento, il riscaldamento globale gli habitat originari, generatori di diversità e di salute per gli ecosistemi e per l’uomo stesso.

Davanti a limitazioni, se non in molti casi all’impossibilità, di conservare e gestire la ricchezza della vita nei siti originali (in situ) si ha bisogno di ricorrere alla banche del germoplasma ovvero a luoghi deputati a proteggere con cura il materiale capace di perpetuare la biodiversità. Non a caso si parla di banche del seme, di spore, di tessuti, del polline. Banche in quanto spazi capaci di custodire per lunghi anni materie vive preziose e banche perché istituzioni capaci di far fruttare nel modo più vantaggioso il capitale depositato.

Non è perciò una conservazione passiva quella che si opera nelle banche del germoplasma: a nulla servirebbe custodire semi di specie rare se poi non si ricercassero i segreti che li fanno germinare e perpetuare. Le banche del seme, ad esempio, debbono, nell’ambito di reti nazionali ed internazionali, applicare metodi ottimali (e condivisi) di raccolta, di trasferimento, di pulizia, di determinazione della qualità, di propagazione e di catalogazione e gestione del materiale custodito. Tutto il processo, che per la sua natura si svolge prevalentemente in ambito pubblico ma non esclude la partecipazione di privati e di organizzazioni onlus che oggi si dedicano a queste attività, fornisce miglioramenti continui alle tecniche applicate.

L’Apat in collaborazione con il dipartimento di scienze botaniche dell’università di Cagliari, ha pubblicato il “Manuale per la raccolta, studio, conservazione e gestione ex situ del germoplasma” che sarà presentato e distribuito nell’ambito di una tavola rotonda che si terrà a Roma il 1° dicembre. Il testo è rivolto a raccoglitori, tecnici delle banche del germoplasma, vivaisti, ricercatori, docenti ma anche a chiunque sia interessato alla conservazione ex situ di specie della flora autoctona dei territori mediterranei e, più in generale, europei.

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