[31/10/2006] Comunicati

La Toscana dice di provarci

FIRENZE. La Giunta regionale ha approvato ieri la proposta di bilancio di previsione per il 2007, al termine del tavolo di concertazione con le parti sociali.
Tra questi a rappresentare le associazioni ambientaliste c’era Renato Cecchi, che ha ribadito subito ancora una volta la preoccupazione più grande: «In Toscana gli investimenti pubblici non sono concentrati in modo rilevante su conoscenza, ricerca istruzione, qualità del lavoro e mantenimento delle risorse. Anche il - per loro mitico - pil vicino allo zero, è pur sempre un aumento delle pressioni sull’ambiente. Ieri è cascata a pennello la presentazione del rapporto del consigliere economico di Tony Blair che ha dimostrato il rischio di crisi anche economica, se non attuiamo immediatamente una svolta».

Tornando alla manovra approvata ieri restano invariate le grandezze fondamentali – 230 milioni di euro nel complesso con interventi per il 60 per cento sul fronte della spesa e per il 40 su quello delle entrate – mentre si conferma la novità del ricorso alla leva fiscale. I 65 milioni previsti di entrate, destinati a finanziare gli investimenti indicati dal Prs, verranno dall’aumento del 10 per cento del bollo auto (33 milioni) e dalla rimodulazione dell’Irap, che sarà portata al 5,25%, con un incremento medio dell’1 per cento. Aumento che però non riguarderà il settore manifatturiero, il commercio e il turismo, ma andrà a incidere solo su settori legati all’intermediazione monetaria e bancaria (banche, assicurazioni e società finanziarie), le attività immobiliari (compravendita e locazione di immobili, agenzie immobiliari e amministrazioni di beni immobili), le aziende di telecomunicazione, le raffinerie di petrolio e le autostrade, tutti comparti dell’economia regionale che negli ultimi anni hanno sofferto in modo minore il confronto con la concorrenza internazionale ed hanno quindi dato maggiori risultati in termini di redditività.

«La discussione è stata veloce anche perché la manovra l’avevamo appoggiata e sostenuta già a giugno per certi contenuti di equità sociale che conteneva – commenta Renato Cecchi di Ambiente e Lavoro - Ma quello che va rilevato positivamente dall’incontro di ieri sono le risposte date da Martini alle nostre osservazioni, risposte a mio giudizio fortemente impegnative».

Il primo impegno preso dal governatore della Toscana riguarda l’attuazione della manovra «che dovrà essere realizzata tramite i piani integrati regionali – spiega Cecchi – Martini ha assicurato che saranno costituiti nei prossimi mesi, e questo è particolarmente importante perché significa la non applicazione burocratica e ragionieristica del bilancio».

Nei prossimi mesi in effetti andranno all’attuazione molti piani e alcune leggi come quella sui servizi pubblici «che se rispetteranno l’impostazione promessa da Martini – continua Cecchi – affermeranno risultati concreti sulla strada della sostenibilità, reggendosi sulle tre direttrici fondamentali quali dinamismo sociale, qualità sistema toscana, e qualità dei progetti».

Tra i punti critici del Prs c’è però da rilevare la solita tendenza a rilanciare acriticamente la crescita, senza sintonizzarsi con "lo slow development e la riconsiderazione dei bisogni" che pure erano evocati in Toscana 2020.

«La contraddizione con Toscana 2020 è palese – ammette Cecchi – ma anche lo stesso Prs è contraddittorio al suo interno, perché mentre ci sono importanti affermazioni sulla sostenibilità dello sviluppo, ospita anche elementi tradizionali motivati ideologicamente intorno alla crescita a tutti i costi. E infatti proprio per questa ragione a giugno non abbiamo dato un giudizio definitivo rimandando alla discussione del bilancio».

Nessuna contraddizione invece per il responsabile area di coordinamento Programmazione e controllo della Regione Toscana, Alessandro Cavalieri. «In Toscana 2020 si prendeva atto che c’era uno slow development ma che proprio per questo bisognava immettere fattori di innovazione e di stimolo alla ripresa e allo sviluppo. Le scelte di bilancio quindi mi sembrano assolutamente coerenti perché questa manovra in realtà applica e permette di attuare il dpef 2007, le cui scelte sono già state fatte: tentativo di rilancio in un’ottica di piena sostenibilità, attraverso la scommessa della qualità e non della quantità».

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