[31/10/2006] Urbanistica

Comitato per la bellezza: «In 13 anni il cemento ha consumato il 12% della Toscana»

SIENA. Mentre impazza la discussione su cemento, rendita e paesaggio il Comitato per la bellezza di Vittorio Emiliani rende più concretamente note le cifre del cemento e le traduce in toscano.

Che il mattone tiri lo dicono i numeri: gli investimenti nell´edilizia residenziale sono passati dai 58 miliardi di euro del 1999 agli oltre 71 miliardi del 2005, un aumento del 23 per cento ed un’accelerazione di un consumo di territorio già veloce. Anche i dati sui permessi di costruzione del 2002 rivelano un più 7,8% rispetto all´anno precedente: da 87 a 94 milioni di nuovi mc per l’edilizia residenziale, quella non residenziale fa addirittura un balzo del + 38%, da 131 a 180 milioni di mc.

In testa Veneto ed Emilia-Romagna, con la Toscana a metà classifica con il 5% del totale del costruito nel 2002, per circa 41.000 nuove stanze realizzate sulle quasi 824.000 stanze in Italia. Intanto la difficoltà a trovare casa per chi ne ha davvero bisogno si è addirittura aggravata con un + 9,51% di sfratti fra 2003 e 2004, 1.578 in Toscana su un totale italiano di 23.780 nel 2004.

Ma la compravendita di alloggi e aumentata del 62% rispetto al 992 e in Toscana l´incremento delle compravendite tra il 2001 e 2002 è schizzata ad un più 10,2%. Il mattone come investimento e seconda casa non come soddisfacimento del diritto all’abitazione, lo attestano le cifre dell´edilizia di tipo economico o sociale crollata al 4% del totale, contro il 25% della media europea.

Eppure, scrive il Comitato per la bellezza «la corsa delle costruzioni continua: nel primo semestre del 2006 il comparto - fatto uguale 100 l´indice del 2000 - è arrivato a 128,9. Ma anche rispetto al primo semestre 2005, già alto, si registra un incremento pari al 3,1-3,2 per cento».

Intanto le imprese edilizie sono diventate quasi 700 mila (58.000 intestate ad extra-comunitari, il numero più alto) e solo nel 2002 ne sono nate 38.408 nuove, cntro le 22.232 soltanto dell´intero settore manifatturiero. Si crea così un circolo vizioso, fatto spesso di lavoro nero e sottopagato come dicono tutte le denunce dei sindacati, ma che deve alimentare la sussistenza di piccole e grandi imprese con nuovo consumo di territorio, cemento e abusivismo. Ogni italiano consuma 800 kg. Di cemento all’anno, più del doppio di tedeschi e francesi che si fermano a 350 kg. Pro capite.

Il tutto in una situazione di stasi demografica: la popolazione italiana è salita verso i 59 milioni soltanto per effetto dell´immigrazione, per lo più extracomunitaria e quella Toscana è decisamente più vecchia della media italiana (indice 193,3 contro quello nazionale di 135,9), con un saldo naturale negativo nel 2004 in tutte le province: - 2,1 ogni 1000 abitanti (Italia + 0,3). Per effetto dell´immigrazione il saldo totale toscano era pari a 9,0 e quello nazionale a 9,9 per 1000 abitanti.

Eppure, dice il Comitato per la bellezza, «nel triennio 2000-2003 gli ettari di suolo libero consumati in Toscana sono assai vicini alla quota consumata nell´intero decennio 1990-2000. Quindi c´è stata una forte accelerazione del fenomeno. In ogni caso i 281.234 ettari consumati in Toscana dall´edilizia residenziale e non, dalle infrastrutture, da grandi opere. ecc. fra il 1990 e il 2003 corrispondono alla metà dell´intera regione Liguria e ad un 12 per cento circa dell´intero territorio della Toscana».

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