[02/11/2006] Acqua

Consorzi di bonifica: Troppa pressione edilizia sui nostri bacini

FIRENZE. Si è parlato di bonifica e difesa del suolo al convegno organizzato da Regione Toscana, Uncem (Unione nazionale comuni comunità enti montani) e da Urbat (Unione regionale per le bonifiche, l’irrigazione e l’ambiente della Toscana). L’evento “Prima conferenza per la gestione unitaria della bonifica e difesa del suolo”, è stato organizzato per mettere a punto la cooperazione tra Consorzi di bonifica e Comunità montane per il miglioramento del sistema regionale di protezione del territorio e del paesaggio.

«Siamo qui per fare il punto sull’esperienza Toscana di difesa del suolo - afferma Oreste Giurlani presidente Uncem Toscana - per riesaminare le funzioni degli enti preposti e per consolidare il rapporto di collaborazione che stiamo firmando con Urbat con un protocollo d’intesa ad hoc. Il momento è delicato ed importante - continua Giurlani - nel documento di programmazione economica regionale si parla di nuovo testo unico per la difesa del suolo, si è chiusa ieri la concertazione regionale sul bilancio e nonostante la manovra finanziaria “impegnativa” sono state stanziate diverse risorse per il settore della difesa del suolo. Quello che noi abbiamo sempre sostenuto anche per gli accordi di programma del Prs, è che la prima cosa da fare, la prima opera pubblica è quella relativa alla sicurezza dei territori altrimenti tutti gli altri investimenti sono inutili».

Attualmente le comunità montane gestiscono direttamente 9 dei 41 comprensori di bonifica e la legge regionale 38/2003 (modifica della 34/1994) conferisce alle comunità montane nuove funzioni in tema di bonifica e di difesa del suolo: «non è stato facile inglobare nuove funzioni quando tra l’altro le risorse economiche sono scarse - prosegue Giurlani - e si doveva far capire ai cittadini contribuenti che la nuova imposta portava benefici collettivi per la gestione del territorio (circa il 70% della contribuzione viene reinvestito per interventi) ma i risultati sono più che soddisfacenti. Ora abbiamo necessità di un quadro legislativo nazionale chiaro che definisca bene le competenze dello Stato e degli enti locali - conclude Giurlani - di avere risorse per la manutenzione straordinaria se vogliamo uscire dalla logica delle emergenze facendo prevenzione e di migliorare la collaborazione con comuni, province e regione».

L’altra realtà di difesa del territorio è rappresentata dai Consorzi di bonifica disegnati a seconda dei bacini idrografici. 13 consorzi per un territorio di oltre 1 milione di ettari su cui vivono 2,5 milioni di abitanti circa (il 70% della popolazione Toscana), con 900.mila contribuenti per entrate di circa 33 milioni di euro «quello che chiediamo alla Regione è di valorizzare il ruolo di consorzi di bonifica e comunità montane - afferma Fortunato Angelici presidente Urbat - per i benefici diffusi che porta il nostro operato sul reticolo idrografico. E’ necessario in questo momento di ristrettezze economiche avere una gestione unitaria, cooperare tra enti, integrare le competenze e collaborare per produrre efficienza. Nello spirito di questa logica va il protocollo che firmiamo con Uncem».

Una sottolineatura importante viene fatta da Angelini per quanto attiene la rinnovata “voglia” di mattone che sembra affliggere anche la nostra Regione «siamo molto preoccupati per la pressione edilizia produttiva e residenziale che sta subendo il reticolo idrografico specialmente sulla costa e questo senza che vi siano interventi di messa in sicurezza. Non si capisce che si rischia tra l’altro di perdere tutto. Poi - conclude Angelini - quando chiediamo il contributo di bonifica molte categorie economiche ci dicono che è un balzello inutile».

(una foto storica di un impianto di bonifica sul fiume Bruna, in Maremma)

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