[03/11/2006] Consumo

Quasi rottamazione delle tv, zero attenzione per l´ambiente

LIVORNO. La chiamano la ‘quasi rottamazione’ delle tv. No, non è purtroppo la cancellazione dei tanti programmi ‘spazzatura’, ma un emendamento presentato dal Governo all’articolo 24 della legge finanziaria. In pratica è previsto un incentivo di 200 euro da detrarre sull’Irpef per chi acquista, entro il 31 dicembre 2007, un «apparecchio dotato anche di sintetizzatore digitale integrato».

E’ ‘quasi rottamazione’ perché se fosse una rottamazione vera e propria «andrebbero specificatamente determinate nel decreto ministeriale le modalità di ritiro degli apparecchi con i conseguenti problemi di smaltimento di questo tipo di rifiuti» e non c’è «uno specifico interesse pubblico». Quello che lascia sorpresi è la serie di motivazioni che vengono apportate come vantaggi, tutte spinte verso la crescita del Pil – come del resto altre operazioni legate alla rottamazione di auto, motorini e frigoriferi – ma stavolta, e con nonchalance, senza alcuna minima traccia di giustificazione ambientale.

Si parla, infatti, di «Aumento in valori assoluti delle vendite dei televisori; passaggio degli acquirenti di televisori dal target medio al target alto; emersione di una quota dell’evasione del canone Rai, essendo l’avvenuto pagamento del canone condizione necessaria per usufruire dell’agevolazione fiscale». Non solo, la norma favorirebbe «la transazione al digitale, sia sotto il profilo tecnologico, sia sotto il profilo socio-culturale».

Mentre, quindi, in passato la rottamazione dell’auto vecchia per l’acquisto di una nuova aveva anche una giustificazione ambientale: via i vecchi tubi di scappamento senza filtri e largo alle marmitte catalitiche, tanto per fare un esempio; in questo caso, la motivazione è puramente economica. Viene quasi da pensare che ci siano le multinazionali produttrici di tv dietro questa operazione. In sostanza si predica di buttare via vecchie televisioni senza neppure ricordare che queste andranno a incrementare i rifiuti. E che anche quelle nuove sono rifiuti potenziali. E che non c’è proprio alcun vantaggio «sotto il profilo socio-economico».

Sensibilizzare la popolazione alla nuova tecnologia non può voler dire contemporaneamente sommergere il mondo di quella vecchia. Anche se di fatto è questo che accade. Perché poi, in fin dei conti, non c’è tutta questa necessità di cambiare la tv. Per fortuna è solo una delle innumerevoli proposte che da tre settimane continuano a piovere sulla finanziaria...

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