[06/11/2006] Acqua

Fiumi, da ottobre attivo il centro funzionale per la prevenzione dei rischi

FIRENZE. Il dipartimento nazionale della protezione civile ha promosso il progetto di rete nazionale dei Centri funzionali per rispondere alla necessità di avere dati e strutture finalizzati alla prevenzione dei rischi, in primis quello idraulico e idrogeologico. Il progetto è stato condiviso dalla Regione Toscana che ha messo a disposizione del progetto una collaudata rete di monitoraggio meteoidropluviometrica, ed ha attivato il Centro funzionale regionale, completamente autonomo dal 1 ottobre 2006, per l’emissione degli avvisi di criticità regionali e collegato al sistema regionale e nazionale di Protezione civile.

Cooperano con il centro funzionale regionale l’Arsia, il Lamma-Ibimet Cnr, l’Autorità di bacino dell’Arno, tutto il restante sistema delle autorità di bacino ubicate nella nostra regione (nazionale del Serchio, sperimentale del Cecina, le interregionali e regionali), le strutture regionali della tutela del territorio, della costa, delle acque interne e del mare.
Il centro funzionale regionale (Cfr) raccoglie dati dalla rete satellitare, dati “a terra” (idrologici, geologici, geomorfologici) e opera su modelli previsionali mettendosi a supporto e disposizione della complessa “macchina” di protezione civile. Dello stato dell’arte del sistema in Toscana si è parlato nei giorni scorsi a Firenze nella prima sessione del convegno “Dalla difesa del suolo alla tutela del territorio: l’esperienza dell’Arno e le scelte politiche”.

«Per preparare lo scenario di rischio ed allestire in maniera più efficacie tutto il sistema di allertamento - dichiara Bernardo de Bernardinis del dipartimento nazionale della Protezione civile - abbiamo bisogno a monte di una collaborazione integrata con chi governa il territorio per capire quali sono le aree a maggior rischio e gli esposti. Anche sapere, e Menduni ce lo dirà, come e dove verranno spesi i pochi soldi a disposizione è importante per fornire elementi utili al miglioramento dell’efficacia del nostro intervento».

Alla provocazione di de Bernardinis replica immediatamente Giovanni Menduni, segretario generale dell’Autorità di bacino del fiume Arno «Noi già da anni, pur avendo stilato la lista generale delle cose da fare, diciamo cosa mette in sicurezza cosa, cioè conosciamo e comunichiamo l’abbattimento del rischio connesso ad ogni intervento. Abbiamo lavorato molto anche sulla fase di preannuncio dell’ondata di piena - continua Menduni - siamo ormai sulle 12-26 ore che per un torrente come in realtà è l’Arno non è male, ma ottimi risultati li abbiamo raggiunti sulla previsione quantitativa dell’ondata, conoscendo ad esempio su Firenze, il rischio che corre ogni singolo edificio».

A concludere la sessione è stato chiamato Guido Bertolaso, capo dipartimento nazionale protezione civile «In un Paese che spesso si fa male da solo, mi pare che nel campo della previsione e prevenzione del rischio idrogeologico ed idraulico si siano fatti enormi passi avanti dal 1966 ad oggi. Nonostante si debba ancora migliorare per diminuire la quota d’incertezza di cui tanto si parla, ci sono molte intelligenze e capacità che sanno capire e prevenire gli effetti al suolo. E’ poi operativo un sistema di protezione civile che è tra i migliori al mondo - continua Bertolaso - da noi quello che è successo a New Orleans non sarebbe possibile. In quel caso nel dopo evento i cittadini sono stati lasciati al loro destino perché c’è un enorme distacco tra la comunità scientifica e chi opera sul territorio. Ovviamente dobbiamo ancora migliorare perché la realtà italiana è a macchia di leopardo, non tutte le regioni hanno un sistema d’eccellenza come la Toscana».

«Certo anche l’aspetto economico è importante - prosegue il capo della protezione civile - tutto il nostro sistema opera con 150 milioni di euro all’anno, non sono molti ma cerchiamo di farceli bastare con alcune regole e con l’autofinanziamento: spendiamo e ridestiniamo tutti i soldi che ci vengono assegnati, ma se dopo un certo periodo un finanziamento attribuito ad un ente non è stato utilizzato lo riprendiamo indietro. In questo modo ci sono più risorse per chi ben opera. Io non sono abituato a chiedere - conclude Bertolaso - e anche se con questa finanziaria mi hanno tagliato risorse vorrà dire che faremo con meno, però ho chiesto solo di destinare pochi soldi necessari a stabilizzare chi lavora nei Centri funzionali regionali, perché non vorrei che alla prossima calamità non venisse dato il preavviso per tempo perché gli uffici sono vuoti».

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