[06/11/2006] Energia

Scalia: L´Europa costringa gli Usa ad aderire a Kyoto

LIVORNO. Oggi si inaugura anche la Settimana dell´Educazione all´energia sostenibile, promossa e patrocinata dalla commissione italiana Unesco nell´ambito della campagna Onu di Educazione allo sviluppo sostenibile dal 2005 al 2014.

Una iniziativa che centra uno degli obiettivi del piano di azione previsto dalla Commissione europea per l’obiettivo del 20% dell’efficienza energetica da raggiungere entro il 2020 e che prevede anche una serie di proposte supplementari per sensibilizzare maggiormente i cittadini al problema, attraverso attività di istruzione e formazione.

Abbiamo colto l’occasione per chiedere a Massimo Scalia che di questa commissione è presidente, una riflessione sugli scenari prossimi e sui lavori del Cop12.

Oggi si apre la Settimana dell’educazione all’energia sostenibile, in contemporanea alla Conferenza Onu sui cambiamenti climatici a Nairobi. Una coincidenza voluta o casuale?
«Devo dire che quando a maggio abbiamo deciso che l’evento di quest’anno nell’ambito del programma Onu dello Sviluppo sostenibile, dovesse essere centrato sull’energia, abbiamo respirato lo spirito dei tempi. Ma chiunque sia sensibile a queste tematiche non può non rendersi conto della priorità dei temi energetici».

Oggi si apre anche la Conferenza sul clima a Nairobi. Considerando lo scenario attuale cosa prevede che emerga?
«Anche in questa occasione ho sentito molte voci sul fatto che Kyoto è insufficiente. Io vorrei ricordare che il protocollo di Kyoto prevedeva un primo step, ma anche un secondo più restrittivo. Mi sembra una follia dire che il protocollo di Kyoto non basta quando ancora non si riesce a farlo accettare al maggior produttore di anidride carbonica, ovvero agli Usa, che non lo hanno ratificato.
Cominciamo intanto a mettere in atto il primo step trasformando ad esempio in azioni concrete il piano per il risparmio e l’efficienza previsti dalla Commissione europea».

Non mi sembra però i segnali che vengono dagli stati membri vadano verso quella direzione
«E’ vero di fronte ad una più diffusa consapevolezza, anche negli Stati Uniti, che siamo alle soglie di una situazione già drammatica e che potrebbe esserla di più, da parte dei Governi si assiste a balbettii più che ad azioni davvero cogenti».

Secondo lei l’Europa potebbe svolgere un ruolo importante a Nairobi?
«Sì, io credo che in termini generali si dovrebbe cercare di costringere gli Usa a ratificare il protocollo di Kyoto e mettere in atto le azioni conseguenti. Anche perché non si potrà chiedere a Cina e India di fare la loro parte altrimenti. Inoltre io credo che l’Europa e in generale tutti paesi dell’Ocse potrebbero essere protagonisti di una cooperazione con Cina e India per fare in modo che questi paesi che hanno uno sviluppo così accelerato saltino le fasi più inquinanti. Anche se di fondo c’è più la tendenza da parte dei paesi dell’Ocse di tentare di utilizzare questi nuovi mercati per inserire prodotti obsoleti, come le centrali nucleari di vecchia generazione che in occidente non si costruiscono più. Io credo che potrebbero e dovrebbero scegliere di portare tecnologie alternative anzichè fare i vecchi business e l’Europa potrebbe avere un ruolo importante in tal senso».

A proposito di nucleare anche Rubbia ha rilanciato questa ipotesi nel nostro Paese.
«Rubbia ha dato delle condizioni per fare il nucleare che è come dire non lo facciamo».

E Bersani ha dichiarato che vuole mettere un tetto all’uso del gas, attraverso la riconversione di alcune centrali a carbone, pulito per l’esattezza.
«Riguardo al carbone pulito si tratta di capire se è insipienza o ignoranza. Il carbone rimane il combustibile fossile che produce più Co2. Noi attualmente siamo fuori di oltre 100 milioni di tonnellate di anidride carbonica rispetto all’obiettivo di Kyoto. Obiettivi per noi già difficili, che diventeranno impossibili se ci mettiamo ad aumentare la quota di carbone.
Proporre l’utilizzo del carbone significa aver già deciso di far pesare nella bolletta dei cittadini le quote di penalizzazione che dovremmo pagare per non aver raggiunto quegli obiettivi che la ratifica di Kyoto ci impone.
Anziché pensare al carbone, sarebbe meglio che l’impegno dell’Italia fosse rivolto ad adottare politiche verso ciò che è previsto dai piani di azione per il risparmio e l’efficienza energetica indicati dalla Commissione europea».

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