[07/11/2006] Acqua

Distretti idrografici: sfide, prospettive e nodi

ROMA. Il convegno organizzato dal Gruppo 183 «La sfida dei distretti idrografici per il governo cooperativo delle acque e del suolo» è stato un successo di partecipazione e ha permesso un confronto importante con il ministro dell’ambiente Pecoraro Scanio e con il presidente della Commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci.

Il Gruppo 183 ha avanzato una proposta: sulla natura, criteri e ipotesi di delimitazione dei distretti; sulla "leale cooperazione" innanzitutto tra Regioni di ciascun distretto e Stato centrale; sugli aspetti economici e partecipazione nel governo delle acque e del suolo. E´ noto che in Italia acqua e suolo erano già regolati in termini integrati nella forma delle Autorità di bacino, introdotte dalla legge fondamentale di riforma ambientale e istituzionale 183/89, ora abrogata dal D.Lgs 152/2006, congiuntamente alle riforme successive: legge 36/94 (sui servizi idrici: cd Galli), D.L.gs 152/99 (gestione e tutela delle acque dall´inquinamento), art 1 della legge 267/98 (Sarno).

Dopo i primi provvedimenti di modifica del D.Lgs 152/2006, il Gruppo 183 si augura che il convegno sia stato un momento utile del confronto pubblico necessario alla formazione di una regolazione -condivisa ed efficace- dei diversi impieghi sostenibili delle acque e del suolo. Per il Gruppo 183, l´incontro ha rappresentato lo sviluppo dell´attività di informazione, analisi e proposta profusa in questi anni e in particolare per tutta la fase di formazione del D.Lgs 152/2006; e anche un segno della ripresa dell´impegno coerente di governo del territorio e della sicurezza delle popolazioni, a 40 anni dall´alluvione di Firenze e dall´inondazione di Venezia.

´«Non bisogna solo evitare le infrazioni alle direttive comunitarie - ha detto Pecoraro Scanio - ma migliorare la gestione del territorio. La difesa del suolo è la più grande opera pubblica del Paese, per questo ho ottenuto il 10% dei fondi destinati al Ponte sullo Stretto di Messina, circa 150 milioni di euro. ´Serve una legge di governo del territorio. In questo senso bisogna fare il punto su come tutelarlo considerando l´adattamento ai mutamenti climatici». Su questo tema è intervenuto anche Ermete Realacci: «Bisogna evitare che si creino ghetti non comunicanti fra loro, come quando le singole regioni danno risposte contradditorie su una questione come quella della siccità del Po. Inoltre è importante che i fondi per la difesa del suolo passino attraverso il filtro delle Autorità di Bacino, altrimenti c’è il rischio dello spezzettamento degli interventi. E´ necessaria in questo senso una forma di vigilanza».

Al convegno sono intervenuti Giuseppe Gavioli e Fabio Trezzini del Gruppo 183, Sauro Turroni (Presidente del Comitato di studio per la revisione del D.Lgs 152/2006), Lino Zanichelli (Ass. all´Ambiente e Sviluppo sostenibile Regione Emilia-Romagna), Edo Ronchi (relatore al Senato per la modifica del D.Lgs 152/2006) Giovanni Menduni (Segr. Gen. Autorità bacino Arno, per le Autorità di rilievo nazionale), Stefano Sorvino (Segr. Gen. Autorità bacino Destra Sele, per le Autorità di bacino regionali e interregionali), Andrea Agapito Ludovici (Wwf Italia, per le Associazioni ambientaliste).

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