[09/11/2006] Comunicati

Domani il congresso dei Verdi. Fontana: «Il nostro è il vero riformismo»

ROMA. Apre domani a Fiuggi il congresso nazionale dei Verdi intitolato "L’Energia del cambiamento" che sarà anche l’occasione per festeggiare i 20 anni del Sole che ride in Italia ed avrà al centro la necessità di un patto tra economia ed ecologia.

Ad aprire il congresso la relazione del presidente dei Verdi e ministro dell’ambiente. Poi gli interventi di esponenti del partito, di associazioni e movimenti e degli altri partiti.

L’11 novembre è previsto l’intervento di Cristina Narbona Ruiz, ministro dell´Ambiente del governo Zapatero, e il dibattito "Economia ed ecologia: patto per il clima" con imprenditori e cooerative, sindacalisti. Alle 19 verrà eletto il presidente e con tutta probabilità si tratterà della riconferma dello stesso Pecoraro Scanio.

Alle 22.00 anteprima nazionale del film dell’ex vicepresidente Usa Al Gore "An Inconvenient Truth". Domenica 12 i lavori si chiuderanno con il voto per il nuovo esecutivo nazionale e del consiglio federale.

Ma come si è arrivati al Congresso e come i Verdi intendono rilanciare un ruolo che in nolti ritengono marginale, anche per i numeri elettorali molto più bassi di altri partiti Verdi europei? Lo chiediamo ad Enrico Fontana, che nel Sole che ride svolge anche un importante ruolo di raccordo con il mondo delle associazioni ambientaliste e noto per il suo impegno contro le ecomafie.

Fontana, questa volta i Verdi si presentano al congresso con più mozioni.
«Si, ma la mozione “sogno ecologista” è largamente maggioritaria, la seconda sembra avere un seguito molto ridotto. Non sarà un congresso ripegato sul dibattito interno, sarà molto rivolto all’esterno, sia verso il governo e le altre forze politiche dell’Unione, che verso il mondo ambientalista, quello delle associazioni, dei movimenti e delle esperienze, anche imprenditoriali, diffuse».

E quali saranno i temi principali?
«Il tema centrale sarà sicuramente quello dell’energia, dei mutamenti climatici, dell’ambiente come risorsa. I temi che sono al centro anche della discussione che si sta facendo a livello mondiale in questi giorni a Nairobi. La nostra sfida è quella di coniugare l´economia con l´ecologia, sapendo che i cambiamenti climatici richiedono risposte capaci di influenzare le politiche dei governi e che l’Italia deve puntare sull´innovazione, ad iniziare dall´energia e dai trasporti».

E questo vorreste farlo con il 2,5% dei voti?
«La chiamata a raccolta che viene dai Verdi non è rivolta solo agli ambientalisti, ma anche al mondo dell’economia, delle imprese, delle associazioni, alle energie ed ai pensieri che incrociano le esperienze diverse che siamo riusciti a mettere in campo in questi anni. Vogliamo partire dalla sfida più impegnativa: quella dei cambiamenti climatici. Se c’è una vera svolta riformista nella politica italiana ed europea è questa».

A proposito di riformismo, non rischiate di essere schiacciati dalla discussione sul partito Democratico e dalla riaggregazione che si prospetta a sinistra?
«Abbiamo grande rispetto per il partito Democratico e per la Sinistra europea, ma noi puntiamo a fare il terzo soggetto, la terza forza, la terza gamba dell’Unione. Non pensiamo che saremo schiacciati, i Verdi hanno una soggettività forte ed hanno in Europa una casa comune. Chi guarda con preoccupazione agli scenari che si aprono per il pianeta, chi è preoccupato per quel che si sta discutendo oggi a Nairobi, sa che c’è un soggetto, i Verdi, che ha in questo capacità politica. Anzi, con la riorganizzazione e riaggregazione al centro ed a sinistra penso che per i Verdi si aprano nuovi spazi e nuove prospettive».

Torna all'archivio