[10/11/2006] Consumo

De Castro dice no all’agricoltura biotech, Bersani la finanzia

ROMA. Non più tardi di qualche ora fa il ministro alle politiche agricole Paolo De Castro ha aderito al manifesto proposto dal cartello di associazioni che compongono la coalizione Liberi da ogm e promette un impegno sul regolamento europeo in materia di ogm che entrerà in vigore nel 2009 e che stabilisce il divieto di impiego di organismi geneticamente modificati negli alimenti ottenuti con metodo di produzione biologica, (ma ammette di fatto nei cibi bio una presenza di ogm dello 0,9% pari alla soglia di contaminazione accidentale prevista per gli alimenti convenzionali).

Contemporaneamente un altro ministro del governo dell’Unione va in direzione opposta. Il ministero dello sviluppo economico retto da Pierluigi Bersani ha infatti stanziato un finanziamento di 5 milioni di euro, per le aziende biotech, anche agroalimentari (nel bando dei precedenti finanziamenti compare un sostanzioso 25% a questo comparto), che partecipano a progetti europei. E la parte per l’agricoltura.

«Non possiamo crederci – dice il presidente di Legambiente Roberto Della Seta - Nonostante nel programma di governo venga indicata la via della qualità per l’agricoltura italiana, nonostante il ministero delle politiche agricole abbia imboccato tutt’altra strada e nonostante cittadini italiani ed europei abbiano più di una volta espresso nelle più diverse sedi la loro contrarietà, Bersani, orecchie da mercante, calca altre vie nella più completa solitudine. La ricerca ha certamente bisogno di soldi e di concreto incoraggiamento, eppure – conclude il presidente di Legambiente – noi crediamo che ci siano settori che soffrono più dell’agroalimentare la mancanza di fondi. Perché non dirottare quel 25% in altri campi, anche biotech?».

Eppure le posizioni di De Castro erano state salutate con favore nella stessa maggioranza, ad iniziare dal senatore della margherita e membro della commissione ambiente Francesco Ferrante: «Un primo passo verso un ruolo di leadership per pretendere dalla commissione europea una normativa rigorosa che scongiuri il rischio di contaminazione tra colture transgeniche e convenzionali. E’ assolutamente necessario che l’Italia assuma un ruolo di primo piano per spronare la commissione europea ad introdurre, sia per tutte le sementi che per le produzioni biologiche, una soglia di contaminazione accidentale pari al livello di rilevabilità dello 0,1%».

«È necessario – ha detto Ferrante – opporsi con forza alla posizione comunitaria sulla coesistenza che, favorendo la contaminazione transgenica delle nostre produzioni tipiche e biologiche, rischia di compromettere definitivamente il futuro dell’agricoltura italiana fondato sulla qualità. È evidente infatti che se ad essere approvata sarà questa prima versione del regolamento europeo si apre un varco all’utilizzo del transgenico contro il quale non esiste più alcuna tutela».

Per Legambiente senza una normativa rigorosa per le coltivazioni transgeniche si rischia che le regioni e governi nazionali che vogliono difendere le loro coltivazioni dal pericolo di contaminazioni provocato dalla coesistenza, non vedano riconosciuto il loro diritto ad istituire aree ogm free.

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