[13/11/2006] Comunicati

La legge regionale sulla partecipazione bocciata dai comitati

FIRENZE. Greenreport ha già parlato della proposta di legge della regione Toscana sulla partecipazione e sulla quale si è avviata una fase di osservazioni, suggerimenti e critiche. I primi a prendere posizione pubblicamente sono i “comitati dei cittadini” di Firenze, e non sembrano rose e fiori.

«Molto spesso – si legge in una nota dei comitati - in questi anni i cittadini sono autonomamente intervenuti su ciò che affligge quotidiananamente la loro vita e la loro salute: inquinamenti, carocasa, rifiuti, privatizzazioni dei beni comuni e pubblici, consumo del territorio... Lo hanno fatto attenendosi alla Costituzione, alle leggi esistenti, ai criteri del vivere civile. Ora gli stessi amministratori, solitamente sordi verso i cittadini, vogliono disciplinare la partecipazione dei cittadini con una legge apposita».

La cosa non sembra piacere perché per i comitati non occorre una nuova legge ma il rilancio «di relazioni politiche attente alle persone non alle immagini astratte». Insomma, non si fidano e temono che la legge regionale sia un tentativo di imbrigliare il dissenso sulle grandi questioni, a partire dalla gestione del territorio.

I comitati chiedono un nuovo atteggiamento della politica e dicono che la partecipazione si sostanzia in «accessibilità rapida agli atti completi dell´amministrazione attraverso rete civica e appositi sportelli; assemblee elettive (consigli comunale e di quartiere) aperte ai cittadini in orari adatti a donne e uomini che lavorano; creazione e apertura di spazi pubblici dove i cittadini possano riunirsi e per discutere le loro problematiche; processi partecipativi all´inizio dei procedimenti e per discuterne le linee generali e non per informare semplicemente delle decisioni assunte; la volontà esplicita e l´impegno degli amministratori pubblici e del ceto politico di rispettare le istanze e le indicazioni emerse nei momenti partecipativi».

Tutte cose che non sarebbero contenute nella proposta di legge regionale e per questo i comitati invitano tutti «ad adoperarsi per respingere questa ipotesi di regolamentazione dall´alto e a sottoscrivere un articolato di legge che favorisca misure e provvedimenti dell´amministrazione pubblica che garantiscano i prerequisiti sostanziali della partecipazione» e presentano una ipotesi di legge alternativa a quella della giunta regionale».

Insomma, una legge sulla partecipazione fai da te, costruita dai comitati, ma che comunque dovrà confrontarsi con quella “istituzionale” perché il rischio peggiore per la partecipazione è quello di non parlarsi o di parlare tra sordi.

Torna all'archivio