[13/11/2006] Comunicati

Critici la De Zordo e Rifondazione Comunista

FIRENZE. Sulla firma, apposta stamani, del protocollo d’intesa per il progetto di un’unica holding regionale dei servizi pubblici, interviene Ornella De Zordo di Unaltracittà/Unaltromondo. Con una posizione di contrarietà: «Costituire un’unica grande holding per la gestione di acqua, gas e rifiuti, e presumibilmente utilizzare la forma giuridica della società per azioni, come sempre fino ad oggi è stato fatto, significa permettere una maggiore e pervasiva presenza dei privati nella gestione dei beni comuni del territorio. Questa è una cosa sbagliata che risponde solo a logiche liberiste e non al bene della comunità. Lo stesso governo Prodi, con i decreti Bersani/Lanzillotta dello scorso luglio, ha affermato che la proprietà e la gestione delle reti idriche deve essere pubblica e non può essere dunque affidata a privati. Oggi il sindaco Domenici e i suoi colleghi scavalcano a destra l´Unione rispondendo a mere logiche liberiste che hanno come unico obiettivo il profitto dei privati».

«Il corretto punto di partenza – aggiunge - per l´architettura dei servizi pubblici essenziali ed insostituibili alla vita e dal vivere insieme sono i diritti, umani e sociali, e non i bisogni: diritto alla salute, diritto all´acqua, diritto alla conoscenza, diritto alla casa... Da qui, la funzione pubblica deriva dalla responsabilità/dovere della comunità di creare le condizioni ed i mezzi necessari per garantire l´accesso ai beni e servizi relativi ai diritti. Per questo motivo la firma di oggi è particolarmente grave perché non esiste nessuna norma, né nazionale né europea, che vieta il ricorso all´affidamento in diretta, ovvero ad un´azienda pubblica. Anzi, per quanto riguarda l´acqua, dopo i decreti Bersani e Lanzillotta, è stato introdotto il divieto di ricorrere ad una gestione privata e tutti sanno che le Spa sono un soggetto giuridico di natura privatistica».

«La cultura di governo di una Spa – prosegue - è tutto salvo democratica, partecipata. La Spa è fondata su un funzionamento gerarchico verticale e tecnocratico. Il fatto di dare l´affidamento della gestione a una Spa, soprattutto a una Spa holding, è dunque perfettamente in linea con l´idea di economia liberista. I vantaggi sono molti per i privati, e solo per questi ultimi, ma non per la cittadinanza, che non a caso è stata definita mera "utenza"».

«Per evitare pianti del coccodrillo – conclude -, come i conservatori inglesi, ma soprattutto per evitare pianti ai toscani, non sarebbe meglio per tutti cambiare già ora, ed evitare di compiere l´errore? Domenici e la sua maggioranza non sono di questo parere. In futuro ne pagheremo tutti le conseguenze».

Anche Rifondazione Comunista contesta, ma con una posizione diversa da quella della De Zordo: «Sui servizi pubblici siamo nuovamente al giro di boa. E’ fallito l’indirizzo e il controllo pubblico. E’ fallito anche l’obiettivo della migliore qualità del servizio e dell’economicità. Siamo all’anno zero per la partecipazione. Ed infine, il programma e Governo dell’Unione ribadiscono proprietà e gestione pubblica per l’acqua. Rc non crede nel potere salvifico del privato, è convinta invece che la qualità dei servizi pubblici si raggiunga attraverso un forte radicamento sul territorio, protagonismo dei consigli elettivi e partecipazione attiva della cittadinanza».

«Con queste convinzioni – prosegue – Rc ha affrontato la discussione sul documento preliminare alla legge regionale non escludendo a priori di misurarsi con il tema del dimensionamento a condizione che questo sia fortemente intrecciato con il rilancio del ruolo pubblico. Questa sfida è possibile solo se investiamo su un rinnovato ruolo degli Ato, e per questo, siamo invece contrari a un Ato unica regionale. Parlare di holding ci sembra sbagliato e pericoloso perché la sfida del soggetto gestore unico per Ato è ambiziosa (va a toccare interessi forti protetti dai tanti consigli di amministrazione) e solo, a ruolo pubblico rafforzato, si potrà parlare di dimensionamento regionale. Sbagliato perché il salto che si propone rischia di annegare definitivamente la grande sfida che abbiamo di fronte: ridemocratizzare la gestione dei servizi. Siamo molto preoccupati delle fughe in avanti».

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