[16/11/2006] Urbanistica

Kofi Annan: «I cambiamenti climatici rischio per il futuro e per l’immediato»

ROMA. Mentre a Nairobi il segretario generale dell’Onu, Kofi Annan (nella foto) sottolinea che i cambiamenti climatici sono certamente un rischio per il futuro, ma lo sono anche per l’immediato, gli scienziati della Commissione europea e di “Accent”, una rete di eccellenza finanziata dall´Ue che si occupa dei cambiamenti nella composizione dell´atmosfera, hanno reso noti i risultati di una serie di ricerche che evidenziano come i protocolli internazionali e le normative nazionali «devono andare oltre gli attuali obiettivi» se si vuole davvero ridurre l´inquinamento atmosferico ed evitare danni gravi per clima e ambiente dovuti alle elevate concentrazioni dell´ozono.

Lo studio pubblicato da “Environmental Science and Technology” mette a confronto 26 modelli di chimica atmosferica applicati all´atmosfera terrestre dai quali risulta che, anche attuando le normative vigenti, le emissioni continuerebbero ad aumentare, mentre se si sfruttassero globalmente le tecnologie già esistenti per l´abbattimento delle emissioni si avrebbe un notevole miglioramento miglioramento sia per i livelli dell´ozono che per la deposizione dell´azoto, riducendo così il surriscaldamento globale prodotto da gas serra che non rientrano nel protocollo di Kyoto e non sono compresi in alcune legislazioni nazionali.

Insomma, siamo di fronte ad un impasse che preoccupa anche il presidente nazionale di Legambiente Roberto Della Seta: «le trattative di questo summit keniano stentano ancora a decollare ma finora il vertice ha segnato comunque un punto di non ritorno rispetto al passato: il fronte dei negazionisti, quelli che dicevano che l´aumento della temperatura non era affatto legato all´aumento delle emissioni di gas serra, ha dovuto fare definitivamente un passo indietro. Bene ha fatto anche il segretario generale dell’Onu Kofi Annan – conclude Della Seta - a ribadire che l´aumento della temperature del pianeta e i danni ambientali, sociali, sanitari ed economici sono già in atto, non sono un problema che si presenterà solo negli anni futuri».

Presente a Nairobi anche il ministro Alfonso Pecoraro Scanio, che intervistato telefonicamente da Ecoradio ha ribadito che «l´accumulo indiscriminato di emissioni nell´atmosfera provoca delle conseguenze, non possiamo continuare con un modello di sviluppo che rischia di mettere in gioco la stabilità e l´equilibrio climatico del pianeta. Tutti i Paesi ne sono convinti ma pochi vogliono pagare i costi in termini di azioni ed economici».

Sull´impegno ambientale del Governo italiano il ministro ha rassicurato parlando di un fondo speciale, da realizzare in collaborazione con l´Unione Europea, per favorire lo sviluppo delle fonti rinnovabili in Africa.
«L´Italia inoltre chiede – ha concluso Pecoraro Scanio - che si decida già l´anno prossimo di stabilire quali sono i livelli di riduzione dopo il 2012, anno di scadenza del Protocollo di Kyoto».

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