[16/11/2006] Rifiuti

Incentivi agli inceneritori: partita la controffensiva dei Verdi. Quali conseguenze?

PRATO. Al Congresso dei Verdi che si è tenuto a Fiuggi lo scorso fine settimana, è stata presentata dai Verdi di Prato una mozione contro gli inceneritori.
Anche nell’intervento del Consigliere regionale toscano Fabio Roggiolani al congresso di Fiuggi, alla voce rifiuti, si legge tra le azioni da intraprendere «stop agli inceneritori, la promozione delle nuove tecnologie di recupero energetico di dissociazione e dei processi a freddo, no ai grandi impianti».

Del resto anche il neo ri-eletto presidente dei Verdi e ministro dell’ambiente Pecoraro Scanio ha dichiarato recentemente in occasione dell’inaugurazione di Ecomondo a Rimini che «bruciare i rifiuti non è coerente con il Protocollo di Kyoto. L´obiettivo è quello di zero-waste, cioè zero rifiuti, ma è meglio arrivarci con il recupero e il riciclo anzichè con gli inceneritori».

E’ partita dunque una controffensiva a tutti i livelli dei Verdi contro gli inceneritori? E come si concilia con la loro presenza in situazioni di governo sia nazionale che locale, in cui invece la scelta di utilizzare impianti che bruciano i rifiuti per recuperarne energia, è presente e praticata?

Abbiamo chiesto lumi a Daniela Morra, portavoce dei verdi di Prato e prima firmataria della mozione, sostenuta da tutti i delegati toscani e presentata al congresso nazionale.
Quali sono nello specifico le posizioni presentate nella mozione contro gli inceneritori?
«La mozione tematica chiedeva all’assemblea di agire in coerenza con quanto sta scritto nel programma dell’Unione, che non prevede di dare incentivi a fonti non rinnovabili, e di dare forza alla petizione popolare promossa dalla rete rifiuti zero e di impegnarsi quindi per ottenere l’obiettivo di abolire ogni forma di incentivo all’incenerimento dei rifiuti. Poi c’è la clausola specifica messa dai Verdi di Prato, che chiedeva di mettere in atto il recepimento della direttiva 2001/77, riproponendo l’articolo 15 bis del Dlgs.152 con l’inclusione di una tabella merceologica, in cui si specifichi cosa può essere considerata biomassa e come tale accedere agli incentivi».

La mozione, che ha visto la piena adesione dei 42 delegati toscani, è stata votata all’unanimità anche al congresso nazionale?
«Sì, ed ha anche avuto il pieno appoggio di Diego Tommasi e Massimo Fondarò che sono i leader nei Verdi contro gli inceneritori e contro gli incentivi all’incenerimento dei rifiuti».

Il documento precisa che la rinuncia a pratiche inquinanti di incenerimento è un punto discriminante per la partecipazione dei Verdi alla coalizione di centro sinistra. Questo come si coniuga con la presenza di un assessore all’ambiente in Toscana e con un ministro all’ambiente al governo nazionale?
«L’azione in questo momento è contro gli incentivi e questo a nostro avviso sarà il miglior deterrente per far abbandonare la pratica del ricorso all’incenerimento. La campagna per l’abolizione degli incentivi ha l’adesione del ministro e dell’assessore toscano».

Ma Case Passerini si farà, a quanto sembra.
«Noi ci auguriamo di no e ci auguriamo che con questa iniziativa si possa bloccare la strada per tutti e tre gli inceneritori della piana».

Da quanto si legge anche nell’intervento di Roggiolani al congresso, chiedete lo stop agli incentivi agli inceneritori, ma siete dell’avviso che si debbano realizzare i cosidddetti dissociatori molecolari?
«Si, aderiamo a quello che sta sostenendo il consigliere Fabio Roggiolani e abbiamo proposto altre pratiche, soprattutto il dissociatore molecolare che sembrerebbe che faccia superare tutti i tipi di barriere per lo smaltimento dei rifiuti, anche quelle che ci sarebbero state con le tecnologie a freddo. Con la dissociazione molecolare non ci sarebbe nessun tipo di problema per qualsiasi tipologia di rifiuti (tranne quello che c´è comunque una combustione, intorno ai 400 gradi, e che quindi si producono nanopolveri, diossine, ecc. come da grafico presentato dalla stessa società costruttrice, ndr)».

Proponete questa tecnologia anche per gli speciali?
«Sì ora ci stiamo attivando per una campagna di informazione anche per quel che rigurda i rifiuti speciali, e chiederemo che vengano incentivate queste pratiche».

Ma se andrà invece avanti la realizzazione dell’inceneritore di Case Passerini e degli altri previsti nella piana, quali saranno le conseguenze, chiederete all’assessore Artusa di dimettersi?
«Non posso rispondere a questa domanda, non faccio parte del Consiglio federale. Bisognerebbe chiederlo a loro».

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