[22/11/2006] Rifiuti

Nenci: Ok la holding, ma con il concorso di tutti

ROSIGNANO (Livorno). Il convegno di venerdì a Rosignano sulla gestione dei rifiuti, organizzato da Rea in collaborazione con Eco srl, sarà l’occasione per confrontarsi con le prospettive future del settore dei servizi pubblici locali. E la presentazione dell’appuntamento è per il sindaco di Rosignano Alessandro Nenci (nella foto) particolarmente importante per la fase temporale in cui cade: «Stiamo parlando ora di criteri di gestione, sia in termini individuali che collettivi, e non è un caso il titolo del convegno di venerdì, anche considerando l’attenzione che la futura legge sui servizi pubblici darà alla sostenibilità, all’efficienza e all’efficacia».

Che cosa si aspetta in concreto da questo convegno?
«I convegni non portano soluzioni, ma sono utili per confrontarsi ed arricchirsi. In questo caso secondo me è fondamentale che dall’appuntamento di venerdì emergano due cose: la prima è che si riesca a capire di più e meglio la prospettiva in cui si muoverà nel prossimo futuro la gestione dei rifiuti.
Il secondo tema fondamentale è capire come rendere efficienti i servizi pubblici locali, e come questo sistema delle aziende possa guardare alla prospettiva della concorrenza: oggi è necessario trovare un peso specifico in grado di resistere al mercato e quindi la nuova legge sui servizi pubblici deve andare in questa direzione anche per ottenere un miglioramento dei servizi e l’abbattimento dei costi per i cittadini».

La soluzione potrebbe essere quella ipotizzata dal protocollo d’intesa firmato dai sindaci per la creazione di una holding finanziaria regionale?
«Guardi sull’obiettivo finale della competitività e dell’integrazione dei servizi pubblici siamo tutti d’accordo, la strategia è ok e la condivido pienamente anche perché lo sostenevo in tempi non sospetti, quando ero presidente della Rea stessa. Ma permettetemi di dire che sulla tattica, cioè sull’iniziativa di alcuni sindaci, ho invece moltissime perplessità».

In che senso?
«Mi pare che questa operazione sia partita con qualche limite. Anche la sottoscrizione del protocollo, seppure sia solo l’avvio di un processo, è avvenuta senza il coinvolgimento di diversi attori. Relegando l’iniziativa ai soli comuni capoluogo e ai circondari, è passata una visione verticistica che non so se sarà funzionale all’esito finale. Io ho già contattato sia il sindaco di Prato che il presidente della Cispel facendo presente che nonostante se ne parlasse da tempo, nessuno ha mai informato i sindaci di questa volontà della holding».

Però difficilmente si sarebbe potuto coinvolgere tutti i comuni della Toscana.
«A parte il fatto che Rosignano pur essendo un comune di appena 30 mila abitanti aiuta a risolvere i problemi di mezza Toscana e quindi sarebbe stato un nostro diritto essere almeno interpellati. Ma in generale bastava che i sindaci dei comuni capoluogo si facessero interpreti delle volontà di tutti i colleghi della provincia, ma così non è stato. E’ vero che non mancheranno ulteriori occasioni di confronto, però è innegabile che occorra un momento comune di condivisione».

Lei citava la legge sui servizi pubblici. Nel documento preliminare presentato dall’assessore regionale Agostino Fragai si indica un sistema toscano a tre teste, con un Ato per l’area centrale, uno per il sud e uno per la costa. Cosa ne pensa?
«Per quanto ci riguarda abbiamo perfino difficoltà a far decollare l’Ato dei rifiuti provinciale. E’ chiaro a tutti che sia necessario andare al di là della logica provinciale soprattutto per quel che riguarda alcune tipologie di servizi, come per esempio i rifiuti che personalmente conosco meglio, ma sinceramente non so dirle se l’idea dei 3 Ato possa essere la più funzionale».


Quale dovrebbe essere il perno e il baricentro su cui costruire l’Ato della costa?
«Non so, in effetti un baricentro non si vede, ma è difficile anche dare dei suggerimenti. Qualche idea ce l’abbiamo, per esempio sui rifiuti bisognerebbe lavorare per creare prima di tutto un sistema efficiente degli impianti, che sono svincolati dalla territorialità. Risolto questo si può passare a pensare ai servizi che sono più localizzati e per i quali sarebbe possibile mantenere alcune specificità».

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