[28/11/2006] Parchi

Sic e Zps, Vas scrive a Pecoraro Scanio: «Ritirare il decreto Matteoli»

ROMA. Guido Pollice, presidente dei Verdi ambiente società (Vas), scrive al ministro dell’ambiente Alfonso Pecoraro Scanio per ricordargli che la legge sui parchi lo obbliga «alla attuazione anche della cosiddetta “delibera Ronchi” del 2/12/1996 con cui il Comitato per le aree naturali protette ha incluso i Siti di importanza comunitaria (Sic) e le Zone di protezione speciale nell’elenco delle aree naturali protette, sottoponendo quindi i siti di “Natura 2000” alla disciplina della legge quadro n. 394/1991».

Una delibera che fu annullata dall’allora ministro Matteoli con una decisione poi annullata dal Tar del Lazio, dove è però rimasta pendente la sentenza di merito, per questo gli ambientalisti chiedono «al ministro dell’ambiente, On. Alfonso Pecoraro Scanio, di rinunciare a resistere in giudizio contro il ricorso dell’associazione Verdi Ambiente e Società (VAS) e di ritirare il decreto del 25/3/2005 dell’On. Altero Matteoli».

La legge quadro obbliga il ministro a riferire al Parlamento sullo stato di esecuzione della “delibera Ronchi”: in tutti i Sic e Zps dove secondo i Vas «sono tornate in vigore le misure di salvaguardia ed i divieti prescritti dagli articoli 6, 11 e 22 della legge quadro sulle aree protette n. 394/1991, che la maggior parte delle regioni, così come le province autonome non si sono fin qui curati minimamente di far rispettare, consentendo di fatto che si continuasse a cacciare illecitamente in tutti i siti di “Natura 2000”».

Intanto, alcune regioni hanno adottato per le sole Zps, per non incorrere nelle procedure di infrazione dell’Ue (a volte senza riuscirvi) “misure di conservazione transitorie”, «nella presunzione – dice Pollice - che con tale semplice atto amministrativo si possano arrogare il “potere” non solo di dettare “norme” che invece debbono essere impartite esclusivamente con legge regionale, ma anche di scavalcare gli effetti della deliberazione del 2/12/1996».

Per questo Vas invita il ministro dell’ambiente «a vigilare sulla legittimità degli atti che verranno adottati dalla/dalle regione/Regioni, accertandone il pieno rispetto sia della legge quadro sulle aree naturali protette n. 394/1991 che delle Direttive “Uccelli” 79/409/CEE e “Habitat” 92/43/CEE, e ad intervenire prontamente in caso di violazione del diritto comunitario provvedendo ad esercitare i poteri di controllo e quindi di eventuale annullamento di tutti quei provvedimenti regionali che risultassero oggettivamente meno “incisivi” o comunque viziati di legittimità e di incostituzionalità» ed ha chiesto a Cesare Patrone, Capo del Corpo forestale dello stato, di «provvedere a far rispettare i divieti assoluti di caccia quanto meno all’interno Siti di importanza comunitaria».

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