[28/11/2006] Parchi

Alpi: respinta la richiesta della Svizzera di abbattere i lupi

ROMA. Il Comitato permanente della Convenzione di Berna ha respinto la richiesta della Svizzera di ridurre il grado di protezione del lupo, emendando così l’appendice della Convenzione di Berna per la conservazione delle specie e degli habitat, una riduzione di status che avrebbe riguardato oltre la Svizzera anche gli altri stati firmatari, Italia compresa. Nelle ultime settimane in Svizzera c’erano stati due abbattimenti di lupi che avrebbero sbranato delle pecore, «abbattimenti – dice la Lega antivivisezione -avvenuti sul “filo” delle deroghe previste nell’art. 9 della Convenzione che permette di abbattere il predatore “per prevenire danni ingenti al bestiame”».

Nel 2005, su richiesta del Wwf e di altre associazioni ambientaliste, il Consiglio d’Europa aveva commissionato un dossier che ha stabilito come la popolazione di lupi sulle Alpi non sia ancora stabilizzata, soprattutto in Svizzera, dove non si conoscono casi di riproduzione e dove i dati disponibili su questi canidi selvatici sono particolarmente carenti.

Il lupo è tornato a frequentare le Alpi solo nel 1985, proveniente dall’Appennino. Attualmente ci sono circa 100 lupi vivono nelle Alpi occidentali tra Italia e Francia e la ricolonizzazione della Svizzera e delle Alpi orientali appare molto lenta: il Wwf stima che «solo 3-4 individui vivono sul confine con l’Italia. Si sa di soli 14 individui che sono passati dalla Svizzera di cui 4 attualmente presenti. Alcuni di questi sono stati abbattuti legalmente o illegalmente». Ma evidentemente il governo della verde Svizzera non vuole tra i piedi questo ingombrante carnivoro.

«L’uccisione di un secondo lupo lo scorso 21 novembre nel cantone Vallese – dice il Wwf - dimostra come le autorità elvetiche si facciano già ora pochi problemi a autorizzare abbattimento di lupi considerati pericolosi, in accordo con l’articolo 9 della Convenzione di Berna. L’emendamento proposto è fortemente ingiustificato oltre che non necessario».
Il governo svizzero è accusato dagli ambientalisti anche di non voler aumentare nemmeno le zone tutelate dalla “rete Emerald” (l’equivalente della rete Natura 2000 dell’Unione europea), delegando il compito ai Cantoni.

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