[01/12/2006] Consumo

Reach, associazioni in coro: «Così non va bene, il Parlamento Ue deve migliorarlo»

BRUXELLEES. Il Reach approvato non va bene. Così la pensano le associazioni ambientaliste, di medici, consumatori, lavoratori e i sindacati europei, che denunciano l´accordo a porte chiuse fra i rappresentanti del Parlamento europeo e il Consiglio dei ministri riguardo appunto al regolamento in materia di sostanze chimiche.

«Se adottato durante la votazione in plenaria – dicono in una nota -, questo accordo consentirà a molte sostanze chimiche altamente preoccupanti, fra cui quelle che provocano cancro, difetti congeniti e altre serie patologie, di rimanere sul mercato ed essere utilizzate nei prodotti di largo consumo, anche in presenza di alternative più sicure».

Per questo le organizzazioni chiedono ai Parlamentari di rafforzare Reach in sede di votazione della proposta, a metà di dicembre.

«L’´approvazione del Reach – spiegano ancora nella nota – è un´ occasione a favore della protezione di lavoratori, cittadini, consumatori e ambiente e abbiamo sempre chiesto la sua entrata in vigore in tempi brevi, ma non per questo siamo disposti ad accettare ulteriori svilimenti del contenuto del regolamento, sebbene l´accordo raggiunto permette di farlo entrare in vigore a partire dal 2007».

Secondo le associazioni, durante i negoziati in Parlamento è stato accettato un accordo basato esclusivamente su cambiamenti "di facciata" in merito al pessimo approccio del Consiglio al concetto di "adeguato controllo". Tale approccio dicono, «fortemente caldeggiato dall´industria chimica», si basa sulla pretesa che l´esposizione alle sostanze chimiche pericolose possa essere tenuta sotto controllo, in modo tale da non risultare nociva per la salute umana e per l´ambiente. Tale presupposto è stato confutato da numerosi studi.

Le organizzazioni, quindi, chiedono ai Membri del Parlamento europeo di eliminare le scappatoie che consentono alle industrie chimiche di continuare a utilizzare sostanze estremamente pericolose anche se esistono alternative più sicure.

I promotori del documneto sono: Wwf, Cisl, Cgil, Uil, Res, Greenpeace, Altroconsumo, Movimento in difesa del cittadino, Legambiente, Amnici della terra, Green Cross, Associazione ambiente e lavoro

Torna all'archivio