[04/12/2006] Energia

Quote Kyoto: Pecoraro esulta, Degli Espinosa no

ROMA. «Con queste quote non si fa Kyoto». E’ un commento lapidario quello che il direttore del dipartimento energia dell’Issi Paolo Degli Espinosa, fa all’indomani della notizia dell’accordo siglato dopo un lungo tira e molla tra i ministeri dell’ambiente e dello sviluppo economico e che dovrebbe essere propedeutico alla presentazione del piano italiano sulle quote delle emissioni di CO2. «Per raggiungere gli obiettivi di Kyoto nei tempi previsti – aggiunge l’ambientalista - servono provvedimenti più severi e il rischio grosso invece con questi numeri è di lasciare aperto il passo alle centrali a carbone».

Il piano che sarà firmato oggi o domani e poi spedito subito alla commissione europea, prevede un tetto complessivo per le emissioni di anidride carbonica pari a 209 milioni di tonnellate annue, di cui 197 a titolo gratuito e le restanti 12 a titolo oneroso (contro il piano precedente che ne prevedeva 224 milioni a titolo gratuito). Dalla cifra globale è stata assegnata al settore termoelettrico una quota pari a 16,5 milioni di tonnellate.

«Sono assolutamente contrario – spiega Degli Espinosa – perché per fare 1000 megawatt con il carbone si producono 5 megaton di CO2 in un anno. Se io i 1000 megawatt li faccio a gas dimezzo la produzione di CO2 a 2,5 megaton. Se io invece utilizzo l’eolico, mi servono invece di mille, 3mila megawatt, ma ho una produzione di CO2 pari a 0 megaton. Quindi se uno fa questi piani in modo tale che si possa costruire le centrali a carbone, è evidente che si tratti di piani non coerenti con l’impegno di Kyoto, che il 7 novembre è anche passato in Senato dove si è stabilita una riduzione di 96 megaton di CO2».

In realtà il piano potrebbe incorrere in uno stop da parte dell’Unione europea che in questi mesi (i piani nazionali dovevano già da tempo essere inviati a Bruxelles, infatti l’Italia si è beccata l’ennesima procedura di infrazione) ha già bocciato diversi Paesi. «Non solo la bocciatura è verosimile ma è anche auspicabile – prosegue Paolo Degli Espinosa – allo stato dei fatti oggi in Italia mancano circa 50 megaton di riduzione che non sono stati progettati, rischiamo di pagarle attraverso multe pari a un miliardo di euro l’anno».

Il direttore del dipartimento energia dell’Istituto sviluppo sostenibile italiano rilancia quindi l’eolico e l’efficienza energetica: «Sul Sole 24 ore l’amministratore dell’Eni sosteneva la non convenienza dell’eolico perché “sulle 8760 ore di un anno nel posto più ventoso d’Italia, un mulino funzionerebbe 2500 ore contro le 4mila della Spagna”. Ebbene 2500 ore vanno benissimo, pensi che io nel calcolo che le ho illustrato prima ne stimavo 2000. Anche la Germania può contare su una media di 2000 ore e il sistema eolico funziona benissimo e senza produrre CO2. E’ evidente che oggi il chilowattora del gas costa meno di quello dell’eolico, ma troppo spesso ci si dimentica che la cosa che costa meno è l’efficienza: fino a 1,5 cent per un kilowattora termico risparmiato e 2,5 cent per un kilowattora elettrico risparmiato, su un valore convenzionale al kilowattore di 5-7 centesimi».

Paolo degli Espinosa sarà questo pomeriggio in Senato per la presentazione del volume Italia 2020, energia e ambiente dopo Kyoto, che ha curato personalmente e che contiene un introduzione di Edo Ronchi (Edizioni Ambiente, 2006). L’appuntamento è alle 16 nel Palazzo ex Bologna: partecipano il Senatore Edo Ronchi, vicepresidente della Commissione Territorio, Ambiente e Beni Ambientali del Senato, il senatore Antonello Cabras, responsabile dipartimento Economia dei Ds. Coordina l’incontro Franco Foresta Martin, del Corriere della Sera.

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