[07/12/2006] Energia

Greenpeace e Ises contro i detrattori dell´eolico

ROMA. Greenpeace e International Solar Energy Society Italia (Ises) hanno presentato il rapporto "Generazione eolica e solare - elettricità rinnovabile e posti di lavoro: prospettive globali e italiane" al quale hanno collaborato tecnicamente l’Associazione europea dei produttori del fotovoltaico (Epia) e Gwec, che raggruppa le maggiori imprese eoliche del Mondo, ed è stata l’occasione anche per sferrare un attacco a chi, anche tra gli ambientalisti (ad esempio Italia Nostra), si oppone alla realizzazione di impianti eolici. «Non è possibile continuare a ostacolare l´espansione dell´energia eolica e solare se non nelle aree sottoposte a vincolo paesaggistico – dice Greenpeace - Solo dando un serio impulso alle fonti rinnovabili si potrà vincere la battaglia contro i cambiamenti climatici».

Per il direttore delle campagne dell’associazione ambientalista, Giuseppe Onufrio «va superata la stagione delle moratorie sull’eolico promosse in alcune regioni e agitate da uno pseudo-ambientalismo che non si rende conto dell’urgenza di trovare alternative alle fonti fossili di energia ambientalmente accettabili. La bocciatura della Corte Costituzionale della moratoria in Puglia richiede una risposta costruttiva che favorisca il pieno sviluppo dell’eolico, pur garantendo con opportuni vincoli le zone più delicate dal punto di vista ambientale e paesaggistico».
Ises da i numeri della crescita possibile: entro il 2050 il 34% per cento dell´energia mondiale potrebbe essere fornita dal vento, con un risparmio nei prossimi 45 anni di 110 miliardi di tonnellate di CO2 non immesse in atmosfera, la quantità di anidride carbonica prodotta dall’Europa in 25 anni.

Ma l’industria eolica è già una realtà concreta in 50 Stati, anche in Italia che con 452 MW prodotti col vento raggiunge il 3,9% della potenza mondiale installata, «nonostante – dicono Ises e Greenpeace -trovi spesso un´ingiustificata opposizione delle amministrazioni locali» e potrebbe garantire, secondo i tassi di crescita futuri, tra i 480 mila e i 2,1 milioni di nuovi posti di lavoro.
«L’evoluzione delle tecnologie eoliche – spiega Greenpeace - e della progettazione dei campi eolici, consente una migliore integrazione nel paesaggio, una ridotta rumorosità. La progettazione opportuna può ulteriormente mitigare gli altri impatti».

Cresce anche il solare: nel 2005 la potenza fotovoltaica installata nel mondo ha raggiunto i 5 mila Megawatt, circa il 40% più rispetto al 2004, ben di poiù di tutte le stime fatte. Entro il 2025 i pannelli solari potrebbero fornire energia a più di un miliardo di famiglie, con 2 milioni di nuovi posti di lavoro nel 2020 e con un abbattimento di 2,2 miliardi di tonnellate di emissioni di CO2. Sarebbe come chiudere 150 centrali a carbone.

Per l’Italia Greenpeace e Ises chiedono che venga abbattuto il limite alla potenza solare finanziabile attraverso il "conto energia", togliendo il tetto di 85 Megawatt e snellendo le procedure, visto che è stato ammesso all’incentivazione solo un terzo delle domande su una richiesta totale di circa 1300 Megawatt.

«Un pannello per ogni tetto – dice il segretario generale di Ises Italia, Aldo Iacomelli - è il nostro sogno. Superare l´idea dell´energia prodotta in mega centrali e andare verso un modello di generazione distribuita di energia. Produrre energia da fonti rinnovabili vicino a dove si consuma, migliora l´efficienza e si abbattono i costi».

Torna all'archivio