[07/12/2006] Energia

Boco fa partire il tavolo interministeriale sulle biomasse

ROMA. Il sottosegretario alle politiche agricole Stefano Boco (Nella foto) ha convocato per la prima volta il tavolo interministeriale sulle biomasse. «Ho voluto dare un ulteriore slancio – dice il parlamentare toscano dei Verdi - sul tema delle agroenergie, in particolare per i biocarburanti, considerato prioritario dal governo al punto da essere inserito nel Dpef 2007/2011. Lo sviluppo rapido e sostenibile della filiera, deve essere supportato da una visione unitaria delle competenze e delle misure d’intervento interministeriali sono stati fissati gli obiettivi per lo sviluppo delle energie rinnovabili derivanti dall’agricoltura che sono: promuovere la verifica sperimentale delle innovazioni ed accelerare la diffusione di queste ultime nelle imprese agricole; promuovere la partecipazione (societaria e operativa) delle imprese agricole nelle attività agrienergetiche successive alla produzione del prodotto e supportare la trasparenza del settore per dare garanzie ad operatori ed amministrazioni».

Per far sviluppare il settore delle agroenergie il ministero delle politiche agricole «attiverà una task force finalizzata alla promozione di studi di fattibilità operativa – spiega Boco - contribuendo ai costi per la realizzazione di progetti esecutivi nonchè il finanziamento di piani di lavoro innovativi nel campo delle agrienergie ad un programma per le colture innovative tramite un sostegno alle aziende che avvieranno colture sperimentali. E’ fondamentale – conclude Boco - aprire un confronto con tutti i rappresentanti dell’agricoltura italiana per accelerare i processi legati allo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili al fine di promuovere un modello che permetta di valorizzandone la parte agricola in grado di produrre colture energetiche aprendo così al settore importanti prospettive.»

L’iniziativa potrebbe essere di aiuto ad un’agricoltura che mostra chiari segni di crisi: secondo dati Istat, ha registrato un calo del valore aggiunto del 5,8% al terzo trimestre dell’anno scorso, anche se nei confronti del secondo trimestre 2006 c’è stato un più 0,1%. Nel 2006 la produzione dovrebbe calare del 3-4%, il valore aggiunto del 2-2,5%, i prezzi all’origine del 2%, gli investimenti dell’1,5-2%, i redditi degli agricoltori tra il 3 e il 5%, solo i costi di produzione crescerebbero, di circa il 2%.

Per la Confederazione Italiana Agricoltori lo scenario è allarmante: «non è più tempo di parole – dice il presidente Cia Giuseppe Politi - occorre passare al più presto ai fatti. Sono necessari interventi mirati e propulsivi. Non si può pensare a ridurre le spese o ad incrementare le tasse. Bisogna cominciare ad investire. Una parte delle maggiori entrate fiscali di questi ultimi mesi va indirizzata al rilancio dello sviluppo e della competitività delle imprese agricole, che non possono continuare ad operare tra ‘lacci e laccioli’ non riuscendo ad uscire dal tunnel di una profonda crisi. Ribadiamo, pertanto, la necessità di adottare misure concrete per favorire una reale innovazione ed un equilibrato sviluppo. Un progetto ben messo in evidenza nello stesso Manifesto programmatico “l’agroalimentare cuore strategico dello sviluppo”, sottoscritto da molte associazioni e organizzazioni e presentato nei giorni scorsi al Presidente del Consiglio Romano Prodi.

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