[11/12/2006] Consumo

Mc Murtry e Stiglitz: sostenibilità sociale e ambientale per una nuova economia

LIVORNO. In un´intervista rilasciata al quotidiano “il manifesto” lo studioso, o come lui ama definirsi il filosofo universalista, John McMurtry, che paragona il capitalismo a un cancro che distrugge la società, prova a delineare un nuovo paradigma dell’economia in cui la salvaguardia dell’ecosistema naturale e la giustizia sociale siano i due cardini in grado di sovvertire l’attuale modello economico.

E’ difficile considerare “uomo economico” colui che è alla guida di una società basata sullo spreco come quella attuale, sostiene McMurtry.

E da opinion maker tra i gruppi di base canadesi e statunitensi, critica i movimenti radicali di protesta e gli ambientalisti di “scuola americana”, perché – «troppo imbrigliati in una logica matematico-formalistica che conserva come una reliquia valori inaccettabili per la gran parte degli esseri umani (...) e capaci di offrire solo modelli di innovazione ecotecnologica, senza proporre alcun cambiamento strutturale nella razionalità economica».

«L’economia - sostiene McMurtry - dovrebbe essere quella scienza che si occupa di non sprecare le risorse necessarie per la riproduzione della specie umana e dell’ambiente naturale che lo circonda. Oggi invece la cultura economica dominante sostiene che i fattori rilevanti sono i costi che deve affrontare il capitale e il margine di profitto che le imprese devono produrre, mentre i costi sociali ed ecologici vengono regolarmente esternalizzati».

E questo modo di pensare secondo il filosofo canadese è alla base degli sconvolgimenti del pianeta, con l’inquinamento dell’aria che respiriamo, dell’acqua che beviamo, il clima impazzito e le riserve di petrolio ormai prossime alla fine.

Non è sufficiente allora criticare l’attuale sistema economico, ma quello che serve è un nuovo paradigma. Ripensando l’economia a partire dai bisogni degli esseri umani e dell’ecosistema, favorendo la produzione di tutti qui beni e servizi che permettano la riproduzione della specie umana in armonia con l’ambiente che la circonda. Un sistema in cui alla base del mercato e degli scambi commerciali dovrebbe esserci la condizione vincolante della riduzione pianificata dell’utilizzo degli idrocarburi. In cui riportare il concetto di bene comune preminente rispetto alla ragione economica e che sia alla base di un sistema redistributivo dove è garantito l’accesso alle risorse comuni unitamente al loro mantenimento.

Intendendo per beni comuni «ogni costrutto sociale che garantisce l’accesso ai beni necessari a condurre una esistenza dignitosa». Una dimensione sociale che secondo McMurtry è andata persa. Anche in europa, che se negli ultimi 25 anni è stata capace di essere all’avanguardia nel tentativo di coniugare un regime di mercato mantenendo però al tempo stesso alti standard dello stato sociale , adesso è in balia dello stile tutto americano di tagli alla spesa pubblica.

Uno stile in cui il mercato è visto come «l’unica garanzia per mantenere un ordine sociale in cui regni la libertà umana. Nessuno si può permettere alcuna opposizione. Nessuno può criticare senza essere scomunicato dai media».

Una società in cui la (pseudo) ragione economica è diventata preminente e in cui il bene sociale non è più tale ma è anzi un privilegio di classe.

Anche Joseph Stiglitz, nel suo ultimo libro (la globalizzazione che funziona) afferma che "in mancanza di una regolamentazione e di un intervento pubblico adeguato i mercati non sono assolutamente in grado di condurre all´efficienza economica........ e che ( i mercati, ndr) sono spesso inefficienti (per esempio producono troppo inquinamento e poca ricerca di base). Tuttavia ci sono due questioncelle che, come ha detto Vendola riferendosi alle dimissioni di Petrella dall´acquedotto pugliese, non sono risolvibili fermandosi all´analisi. Una è relativa ai rapporti di forza e dunque al contesto soggettivo ed oggettivo ( e dunque un cambio di paradigma non è come premere un interruttore), l´altra è, come dice Stiglitz, che "l´impostazione della economia di mercato, dopo la fine del comunismo, è questione assodata" e dunque il tema è "un giusto equilibrio fra pubblico e privato". Ma chi e come stabilisce qual´è l´equilibrio giusto? Il criterio direttore dovrebbe essere appunto la sostenibilità: sociale e ambientale.

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