[12/12/2006] Urbanistica

Apat presenta gli indicatori del 2005 su stato e tendenze del clima in Italia

ROMA. L’Agenzia per la protezione dell’ambiente e i servizi tecinici (Apat) in collaborazione con il servizio meteorologico dell’aeronautica militare, l’ufficio centrale di ecologia agraria e numerose agenzie regionali per la protezione dell’ambiente calcola, controlla e rende disponibili gli indicatori del clima in Italia, attraverso il sistema nazionale per la raccolta, l’elaborazione e la diffusione di dati climatologici di interesse ambientale (Scia).

Il 13 dicembre nella sede Apat a Roma verrà presentato il rapporto “Lo stato e la tendenza del clima in Italia, gli indicatori del 2005” che raccoglie e illustra l’andamento dei principali dati climatici (clima a grande scala ed eventi significativi in Italia, indicatori termici ed idrici) derivati dal sistema Scia, confrontandoli con i valori climatologici medi e con il loro andamento a scala globale.

Già alla conferenza sui mutamenti climatici di Nairobi l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) aveva lanciato l’allarme sulle precipitazioni invernali: «entro la fine di questo secolo, l’aumento delle concentrazioni di gas serra in atmosfera, porterà a una marcata diminuzione delle precipitazioni invernali sull’Italia e sul Mediterraneo causata dallo spostamento verso settentrione delle aree di bassa pressione prevalenti su tutta l’area».

E’ solo uno dei risultati dei nuovi scenari sul clima del XXI secolo realizzati dall’Ingv e consegnati all’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc): «gli scenari da noi sviluppati – dice il climatologo Antonio Navarra – consistono in più di quattrocento anni di simulazione a partire dal periodo preindustriale preso come punto di riferimento. Il nostro modello è stato sviluppato per permettere un investigazione delle variazioni regionali del clima con una risoluzione di circa 100 km, che è la più alta tra i modelli fin ora utilizzati dall’Ipcc».

I modelli dell’Ingv mostrano un aumento generale della temperatura del pianeta, più accentuato nelle regioni polari ed una forte riduzione dei ghiacci marini.
«Le simulazioni – spiega Navarra - sono state effettuate sui supercomputer dell’Ingv usando il modello atmosfera-oceano-ghiaccio marino sviluppato e mantenuto dal gruppo di climatologia dinamica dell’Ingv. La metodologia e’quella tipica di un esperimento numerico ad una simulazione di controllo con parametri di gas serra pre-industriali. Si sono poi accompagnate una riproduzione del XX secolo, e una serie di scenari per il XXI secolo, basati sugli scenari di gas serra elaborati dall’Ipcc».

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