[12/12/2006] Rifiuti

Signorini (Geofor): l´assimilazione è un´opzione, l´esistenza del rifiuto no!

PISA. Maurizio Signorini, presidente di Geofor, dà una valutazione positiva dell’iniziativa “e questi dove li metto? La gestione dei rifiuti in provincia di Pisa” organizzato ieri da Legambiente Valdera e che lo ha visto tra i partecipanti alla tavola rotonda: «E’ stata una serata con parecchia gente – spiega – la sala era piena, con sicuramente una prevalenza di cittadini aderenti al comitato contro l’inceneritore di Gello, ma anche di amministratori locali e di cittadini che volevano informarsi sul problema. Un dibattito interessante, rispettoso, una discussione tranquilla, impostata fin dall’inizio su alcuni dati che tendevano a mettere in evidenza che con raccolte differenziate spinte si poteva fare a meno dell’inceneritore».

Donatella Salcioli ha detto a Greenreport che proprio le raccolte differenziate sono “gonfiate” dagli assimilati.
«A questo posso solo rispondere che per gli assimilati è così in tutto il mondo dove si fa la raccolta differenziata. Le percentuali variano secondo quanto deciso dagli enti locali in appositi regolamenti. Le tipologie delle raccolte differenziate sono un mezzo lecito e definito dai comuni, che decidono anche quali materiali derivati dalle attività produttive e di servizio assimilare. Depurare il dato delle RD da questa tipologia significherebbe anche ignorare la destinazione di questi rifiuti. Comunque non si tratta certamente di frazioni di RD alte e quindi non condivido questa avversione agli assimilabili. Assimilazione o meno, le raccolte differenziate sono comunque aumentate, anche di 10 volte negli ultimi anni, ma se non si considerassero queste frazioni di rifiuti recuperabili il 35% di RD sarebbe molto lontano».

Ma se non si assimila si hanno meno rifiuti, visto che differenziata e RU crescono insieme.
«Se si individua l’assimilazione come uno dei sistemi per non fare inceneritori, perché così si conferiscono meno rifiuti, non sono d’accordo. Proprio nel convegno il sindaco di Capannori ha portato l’esperienza di quel comune sulla raccolta differenziata: con il coinvolgimento dei cittadini in alcune frazioni si è raggiunto l’80/82% per la parte servita con il servizio di RD spinta e per molte tipologie di rifiuti, traguardi importanti. Ma anche con la differenziata spinta e smaltimento della parte rimanente, anche raggiungendo il 55% di differenziata e la riduzione del 15% dei rifiuti urbani, come indicano la regione e l’assessore Artusa, sarebbe comunque necessario avviare una parte alla termovalorizzazione».

E perché la raccolta differenziata spinta non risolverebbe il problema?
«Spingere molto la raccolta differenziata è più conveniente dove gli impianti di smaltimento costano molto. A Caopannori e dintorni il conferimento di rifiuti urbani costa 160 euro a tonnellata, in provincia di Pisa il costo di conferimento è tre volte più basso: a Peccioli costa 50 euro a tonnellata. Detto questo, ci sono tutte le condizioni per spingere la RD, mettendo però nel conto i suoi costi e lo squilibrio tra costi e servizio. Attualmente ci sono circa 420 tonnellate giornaliere di rifiuti da smaltire, 170 vanno al termovalorizzatore, 210/220 in discarica. La raccolta differenziata, anche depurata dei dati eccedenti di Geofor che potrebbero essere di un 3% in più, è intorno al 32%, anche raddoppiando e con una riduzione del 15% di rifiuti si vede che l’impianto di Pisa non sarebbe sufficiente».

E allora il termovalorizzatore va potenziato?
«Vede, la platea dell’incontro di ieri a Pontedera era in gran parte schierata contro l’inceneritore di Gello e quando il sindaco Marroncini ha detto che la soluzione è l’ampliamento dell’inceneritore di Pisa, la tensione è calata, ma il problema si sposta ma resta. Oppure si inventano altre soluzioni, impianti a freddo o cose del genere di cui si sta parlando in questi giorni. Ma in Italia io conosco solo alcuni impianti pilota, sperimentali, che hanno ancora problemi di funzionamento e gestione. Attualmente bisogna partire da un dato: la parte eccedente dei rifiuti dove si mette? Spetta ad altri decidere, ma con la legislazione attuale i rifiuti non trattati in discarica non ci possono andare. La provincia di Pisa era arrivata ad un passo dal Piano per lo smaltimento dei rifiuti, la vicenda Geofor ha imposto uno stop. Ma con un 3% in più o in meno l’ago della bilancia non si sposta: si va in discarica o si potenzia l’impianto di termovalorizzazione. Bisogna decidere o si va in emergenza e si rischia di non saper più dove mettere i rifiuti. La discussione di Pontedera è stata interessante – conclude Signorini – come tutte quelle affrontate con la mente aperta per comprendere anche le ragioni degli altri. Molte volte invece ci si accapiglia intorno a questioni dove non siamo noi i protagonisti».

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