[13/12/2006] Consumo

Sostanze chimiche, varato il Reach tra luci e ombre

BRUXELLES. Il Parlamento Europeo ha licenziato il Reach, il nuovo regolamento europeo sulle sostanze chimiche. Un regolamento giunto al termine del suo lunghjissimo e faticosissimo iterin condizioni critiche, almeno secondo il parere delle associazioni per la promozione della salute, la tutela dell’ambiente, dei consumatori, degli igienisti industriali, dei medici, delle lavoratrici e dei lavoratori che esprimono la loro generale insoddisfazione.

Le associazioni evidenziano tar l´altro che in Italia permane una sottovalutazione, sia politica sia industriale, sull´importanza dei nuovi adempimenti previsti dal Reach e annunciano che si batteranno per ottenere una piena attuazione del regolamento, affinché il Paese recuperi i ritardi accumulati ed attivi tutte le iniziative a tal fine necessarie, compresa l’istituzione di un apposito Organismo nazionale che sappia dialogare con l´Agenzia europea e garantire informazione agli utenti, assistenza alle imprese e vigilanza e controllo.

Il regolamento sostituisce quindi la legislazione europea nata più di 40 anni fa, e avvia l’Europa verso un nuovo approccio alla regolamentazione delle sostanze chimiche.
La circolazione di sostanze (prodotte o importate in quantità superiori a 10 tonnellate/anno per produttore) non registrate e prive di documentazione sui relativi rischi per salute e ambiente e sulle relative misure di prevenzione necessarie per evitarli, non sarà più consentita in Europa.
Si introduce infatti un dispositivo di sostituzione per alcune categorie di sostanze chimiche pericolose (PBT [persistenti, bioaccumulative e tossiche] e CMR [cancerogene, mutagene e tossiche per la riproduzione]) con alternative più sicure, ove disponibili, ma - anche in questo caso - la loro sostituzione non è automaticamente obbligatoria.

Le informazioni di sicurezza riguarderanno l’intero ciclo di vita della sostanza, che parte dalla produzione e attraversa l’utilizzo professionale, il consumo e termina con lo smaltimento.
Gli utilizzatori professionali potranno richiedere e ottenere informazioni sulla presenza di sostanze chimiche pericolose nei prodotti. Anche i consumatori avranno accesso (su richiesta) a un certo numero di informazioni sulle sostanze presenti negli articoli di loro utilizzo, ma limitatamente alla presenza di sostanze molto problematiche.

Ma il Reach come detto, offre numerose scappatoie ai produttori: il criterio che consentirà alle industrie chimiche di ottenere l’autorizzazione di continuare a vendere le sostanze CMR e interferenti endocrini è il cosiddetto “adeguato controllo”: la sua applicazione richiede che sia dimostrato per tutti coloro che producono o utilizzano la sostanza che l’esposizione rimanga al di sotto del valore soglia di sicurezza.

Secondo le associazioni ambeintaliste le scappatoie e le norme di auto-regolamentazione dei produttori introdotte nel Reach rendono quindi il regolamento estremamente vulnerabile a successive interpretazioni strumentali: per esempio, non sarà garantito che le informazioni di terzi in merito alla disponibilità di alternative più sicure vengano prese in considerazione dalle industrie.
Il 60% delle sostanze chimiche, che rientrano nel campo di applicazione di Reach, in quanto prodotte o importate in quantità inferiori a 10 tonnellate l’anno, potranno comunque circolare prive di dati di sicurezza significativi.

Queste le associazioni ambientaliste che hanno condiviso questa posizione sul Reach: Legambiente; Wwf; Altroconsumo; Amici della Terra; Comitato per la bellezza - A.M.I.C.A. - Greenpeace - Greencross -Associazione ambiente e lavoro - Doctors for enviroment - Medicina Democratica - Res - Movimento difesa del cittadino - Issi - Cigl - Cisl - Uil - Aidii


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