[13/12/2006] Comunicati

Servizi pubblici, De Girolamo (Cispel): «Serve soggetto industriale regionale forte»

FIRENZE. «E’ necessario un quadro normativo stabile e definitivo in materia di servizi locali che favorisca i processi di integrazione e valorizzi la procedura di quotazione in Borsa e anche una politica industriale regionale forte». Lo ha detto Alfredo De Girolamo, presidente Cispel Confservizi Toscana (l´associazione regionale che rappresenta 240 aziende toscane di servizio pubblico locale), durante il Convegno che si è tenuto stamani in Consiglio regionale.

«L´assenza di un soggetto industriale regionale - ha avvertito De Girolamo Convegno facendo appello alla Regione Toscana e al Ministro per gli Affari regionali - si nota quando si devono definire progetti strategici di grande rilevanza, come nel caso di Galsi (questione sulla quale De Girolamo era già intervenuto e di cui greenreport ha già dato notizia, ndr), il metanodotto che dall´Algeria arriverà in Italia attraverso la Sardegna. La Toscana ad oggi non è presente, nè istituzionalmente né industrialmente in questo progetto, anche a causa dell´assenza di un soggetto industriale forte. Questo soggetto - ha concluso De Girolamo - potrebbe rappresentare una risorsa per l´economia toscana nella definizione delle strategie di investimento in settori rilevanti come quello del servizio idrico, del trattamento dei rifiuti, di una nuova politica energetica, ma anche domani, nel sistema dei trasporti, della mobilità e della logistica».

«Il 13 novembre scorso – ha ricordato per punti De Girolamo - i sindaci dei comuni capoluogo di provincia e di circondario hanno siglato un protocollo di intesa per la costruzione di una holding toscana dei servizi pubblici locali, a fine ottobre 90 sindaci hanno siglato l´atto finale di per la costituzione di Toscana Energia, a metà novembre è stata annunciata la fusione fra Quadrifoglio e SAFI, abbiamo il "Tavolo regionale" per la gestione unitaria degli impianti di smaltimento dei rifiuti nell´area Firenze-Prato-Pistoia che sta lavorando».

De Girolamo, per, ha infine espresso un rammarico perché «la Toscana arriva a questo appuntamento con alcuni anni di ritardo. Oggi è l´unica regione, tra quelle più importanti a non avere sul suo territorio una utility quotata in Borsa: Hera in Emilia, Acea in Lazio, AEM e ASM in Lombardia, AMGA-AEM (Iride) in Liguria e Piemonte, Acegas-ASP in Friuli e Veneto. Un ritardo che rischiava di comportare effetti sia sulla qualità e i prezzi dei servizi in Toscana, sia sulla crescita economica della regione sprovvista di un player regionale e quindi destinata tendenzialmente a farsi occupare da operatori esterni».

Al Convegno è intervenuto anche l’assessore alle riforme istituzionali della Toscana, Agostino Fragai.
«Dobbiamo aprire il mercato - ha detto - soprattutto per i consumatori utenti». L’assessore prende come esempio le farmacie e la liberalizzazione nella vendita di alcuni medicali. “Perché le stesse farmacie comunali hanno aspettato che la liberalizzazione coinvolgesse i supermercati per applicare sconti consistenti ai farmaci da banco ? – si domanda - Probabilmente perché in passato, anche nelle aziende pubbliche, di guardava più agli utili che dall’azienda potevano venire ai bilanci dei Comuni e della collettività piuttosto che al consumatore. I cittadini devono invece diventare il faro e i protagonisti nelle scelte che faremo in futuro».

«I servizi pubblici locali – ha poi sottolineato il vice presidente della giunta Federico Gelli, anche lui al convegno – è la scommessa che ci consentirà di rendere la nostra regione competitiva e di mettere in moto quel dinanismo che servirà a liberare un’economia troppo ingessata».

«Il governo – ha detto ancora l’assessore Fragai - si è mosso con tempestività e nella giusta direzione. La Toscana condivide le due direttrici: una legislazione specifica per le risorse idrica, spazio alle liberalizzazioni negli altri casi. Al governo chiediamo semmai di fare presto, poiché la nostra legge si dovrà muovere tra i paletti indicati dalla legislazione nazionale. E fin quando quella legge non ci sarà, anche la nostra dovrà attendere».

Dai servizi pubblici locali dipende la competitività stessa di un territorio. Se l’azienda distribuisce acqua a sufficienza, di buona qualità e a costi contenuti tutta l’economia ne trarrà giovamento. Lo stesso vale per l’energia e i rifiuti.

«Se poi – conclude Fragai – ci sono imprese che non vogliono stare nella holding ma preferiscono gestire in proprio i servizi e scelgono l’in-house, liberissime. Se uno sceglie di cucinare per casa, non può però aprire un ristorante. Saranno dunque le altre imprese a misurarsi sui mercati e gareggiare per la gestione di servizi in altri territori»

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