[15/12/2006] Consumo

Cia ai ministri Ue: «fermatevi su patate e mais Ogm».

ROMA. «All’agricoltura italiana non servono gli organismi geneticamente modificati» dice la Confederazione italiana agricoltori (Cia) e chiede all’Unione europea una più approfondita riflessione sugli Ogm perché «in mancanza di una normativa sulle sementi e sulla coesistenza sarebbe opportuno non prendere alcuna decisione».

La Cia è preoccupata per la proposta della Commissione Ue di autorizzare una patata geneticamente modificata per usi industriali, ma anche perché il 18 e 19 dicembre si riuniranno i Consigli dei ministri europei dell’ambiente e dell’agricoltura, che dovrebbero pronunciarsi sul ivieto austriaco alla commercializzazione di due varietà di mais transgenico. La Cia fa notare che «entro tre mesi il Consiglio dei ministri Ue dovrebbe decidere sull’utilizzo o meno della patata Ogm, che, se autorizzata, sarebbe la prima coltura transgenica dalla fine della moratoria del 2004. Tutte le autorizzazioni finora concesse hanno, infatti, riguardato soltanto la commercializzazione. Questa patata, prodotta dalla Basf, non dovrebbe essere utilizzata per l’alimentazione, ma solo per scopi industriali (produzione di carta, colle e materiali per le costruzioni)» ma gli agricoltori italiani chiedono di non procedere comunque «senza che prima si siano delineate normative chiare nella complessa materia degli Ogm». E sul mais Ogm la Cia tifa per il divieto dell’Austria: «nelle prossime riunioni dell’Ue in sede di Consiglio dei ministri, sembra profilarsi una maggioranza qualificata di paesi, tra cui l’Italia, a favore dell’embargo austriaco. Una posizione che va sostenuta nel rispetto del principio di precauzione nel quale deve essere prevista la possibilità di zone Ogm free, così come proposto anche dal Comitato delle regioni che ha adottato recentemente una relazione del presidente della regione Lazio. Questione che è stata anche oggetto dell’ultima Conferenza delle Regioni e delle Province autonome».

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