[15/12/2006] Consumo

Bio-shopper, opportunità per agricoltura e industria chimica innovativa

LIVORNO. Coldiretti è entusiasta per l’introduzione dell’obbligo dei bio-shopper in Finanziaria: «L’agricoltura, come noi la concepiamo –dice il presidente Paolo Bedoni - rende possibile la costruzione di un sistema di imprese agroalimentari e agroambientali (imprese che noi chiamiamo “multifunzionali”) che possono fare “sviluppo” in sintonia con l’ambiente e le domande dei consumatori. in questa logica ci aspettiamo maggiore disponibilità all’innovazione da parte degli altri settori economici dell’industria e della distribuzione commerciale a partire dal raggiungimento dell’obiettivo di sostituire le tradizionali bustine della spesa di plastica con materiali biodegradabili di origine agricola nazionale a partire dal 2010 come previsto dalla finanziaria. E per questo obiettivo basta coltivare – spiega Bedoni - appena 200mila ettari poiché mezzo chilo di mais e un chilo di olio di girasole sono sufficienti per produrre circa 100 bustine di bio stopper».

La differenza di prezzo, 8 centesimi per il sacchetto biodegradabile e 5 di quello in plastica tradizionale, che tenderà progressivamente a ridursi, è giustificata dai benefici ambientali, soprattutto se si guarda all’impatto devastante della plastica praticamente indistruttibile: basta un secondo per produrre un sacchetto, ma servono non meno di 400 anni perché si distrugga. Un fenomeno di consumo imponente: in Italia si producono 300mila tonnellate di buste in plastica all’anno, l’equivalente di 430mila tonnellate di petrolio e di circa 200mila tonnellate di CO2 emesse in atmosfera. Ma i bioshopper saranno anche «un contributo concreto dell’agricoltura alla riduzione dell’inquinamento ambientale – dice Coldiretti - con le bioplastiche che sono una autentica espressione delle nuove opportunità che offre l’agricoltura per lo sviluppo sostenibile, in una moderna società post industriale, di fronte alla crescente domanda di sicurezza alimentare ed ambientale dei cittadini».

Anche per Legambiente quella dei bio-sacchetti è una rivoluzione ambientale e sociale: «E´ un successo per l’ambiente e per Legambiente – dice soddisfatto il presidente Roberto Della Seta - Dopo anni di battaglie, alla fine possiamo dire di aver vinto: gli inquinantissimi sacchetti di plastica non biodegradabile che hanno contraddistinto la nostra vita negli ultimi decenni spariranno definitivamente dalla faccia del Paese. La messa al bando delle shopper in plastica sarà significativa per la riduzione delle emissioni in atmosfera di gas climalteranti, ma avrà anche un importante ricaduta economica – conclude Della Seta -: quel ramo dell’industria chimica nostrana che ha coraggiosamente scelto di puntare sull’innovazione e che oggi rappresenta una fetta minoritaria del mercato, potrà sviluppare, in sinergia con l’agricoltura, interessanti prospettive di sviluppo, puntando sulla sostenibilità ambientale e diventando competitiva anche sul piano internazionale».

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