[18/12/2006] Energia

Finanziaria: primi passi per l´energia sostenibile

ROMA. Con Edo Ronchi, senatore DS e membro della commissione ambiente del senato, greenreport ha affrontato la parte relativa alle misure previste in finanziaria per l’attuazione del protocollo di Kyoto.

Mi sembra che le intenzioni che erano state dichiarate all’inizio dell’iter siano state nei fatti abbastanza rispettate, anche se poi i fondi messi a disposizione sono un po’ scarsi.
«Si, in effetti l’idea del fondo rotativo è buona, ma le quote che si sono previste sono basse. Con 200 milioni di euro non è che si possa fare un granchè.
C’è poi un altro elemento che mi suscita perplessità e che avrei modificato, se ne avessi avuto la possibilità. In pratica il meccanismo degli incentivi è troppo complicato, dal momento che prevede la necessità di fare avere due certificazioni, una per l’impianto e una per l’edificio, e non essendoci sportelli pubblici per il rilascio delle certificazioni, è necessario fare ricorso ad un privato. In questo modo si rischia che alla fine il bilancio dei costi benefici sia equivalente e se si aggiunge la macchinosità per ottenerli, questi incentivi, ho paura che ne valga poco la pena.
E poi io avrei messo dentro anche le pompe di calore e le caldaie a biomasse e invece sono previste sono quelle a condensazione per ottenere gli incentivi.

Ma nel fondo non sono previsti finanziamenti per metterli in piedi questi sportelli pubblici in grado di fare la certificazione?
«No, non sono previsti».

Insomma anche in questo caso sono buone le intenzioni, ma poco più?
«Anche in questo caso se ci fosse stato più tempo per affinare l’articolato si poteva fare di meglio, ma comunque resta il fatto che a fronte di ottime idee si scontava una generale carenza di fondi. Per affrontare gli impegni di Kyoto, visto anche come siamo messi, sono necessari fondi dell’ordine di qualche miliardo, non di centinaia di milioni. Diciamo che in questa finanziaria si fissano i primi impegni, ma che sono ancora largamente quantitativamente insufficienti. Dopo si deve cambiare obbligatoriamente il passo.
L’ultima bolletta energetica ci è costata 48 miliardi di euro.

Un´ultima domanda sulle misure previste per la mobilità sostenibile, anche in questo caso vista la situazione dell’aria delle nostre città, siamo ai primi passi?
«Sì, è evidente che l’aver previsto 90 milioni l’anno per tre anni, è veramente insufficiente. Bastano appena per mettere mano ad un piccolo piano per i mezzi pubblici ibridi o a biocombustibile, al massimo in 4 o 5 città. E’ niente rispetto a quanto sarebbe necessario. Ma il problema è sempre quello di una generale carenza di fondi. Ma del resto paghiamo 70 miliardi all’anno di interessi per sanare il debito pubblico, sino a che non li avremo almeno dimezzati, c’è poco da fare.

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