[18/12/2006] Energia

Dossier di Greenpeace: Anche Piombino tra le centrali che Enel progetta di riconvertire a carbone?

LIVORNO. Dopo la clamorosa scalata della ciminiera e l’esposizione di cartelli e scritte contro il carbone, gli attivisti di Greenpeace hanno abbandonato la centrale Enel di Porto Tolle, ma si lasciano dietro uno scomodo dossier con la classifica degli impianti più sporchi d’Italia e sui progetti di Progetti di sviluppo/riconversione a carbone già in corso ed annunciati e tra quest’ulitmi spunta anche Piombino, in provincia di Livorno, dove attualmente è in funzione la centrale ad olio combustibile di Tor del Sale (vedi tabella).

Nella classifica delle emissioni di anidride carbonica delle centrali a carbone, praticamente un elenco dei principali responsabili dei cambiamenti climatici nel nostro paese «Niente e nessuno – scrive Greenpeace - toglierà a Brindisi Sud la palma di centrale più sporca tra quelle esistenti in Italia, anche se i piani dell´Enel di riconversione a carbone degli impianti di Civitavecchia e Porto Tolle avvicineranno questo record».

Infatti, Brindisi sud è in testa con 15,2 milioni di tonnellate di CO2 emesse nel 2005, seguono le altre centrali Enel di Fusina e Sulcis rispettivamente con 5,6 e 4,1 milioni di tonnellate, Civitavecchia (10,3 milioni di tonnellate di CO2) e Porto Tolle (sempre 10,3 milioni)». Una classifica che non a caso, insieme all´azione alla centrale di Porto Tolle, è stata lanciata alla vigilia della presentazione alla Commissione Europea del Piano nazionale di assegnazione dei permessi di emissione: «Così si Impedisce all´Italia di rispettare gli impegni di riduzione dei gas serra previsti dal Protocollo di Kyoto – dice Greenpeace - l´Italia, oltre a essere già stata richiamata dalla Commissione, rischia una procedura d´infrazione per la sua continua inadempienza».

Bisognerebbe tagliare del 6,5% entro il 2012 le emissioni registrate nel 1990 e ridurle a circa 486 milioni di tonnellate, invece intanto sono aumentate di 583 milioni di tonnellate nel 2004, «il taglio necessario è più consistente, dell´ordine di 100 milioni di tonnellate di anidride carbonica»

Però il futuro ci riserverà più carbone, almeno a leggere la classifica degli impianti esistenti, anche di quelle degli impianti in costruzione, in fase di approvazione o di progetto di cui si ha notizia e tra i quali Greenpeace mette anche Piombino. «I due principali progetti sono quelli di Torrevaldaliga Nord a Civitavecchia (in conversione) e Polesine Camerini (in fase di approvazione) a Porto Tolle – si legge nel dossier - L´aumento potenziale delle emissioni che si avrebbe se tutti i progetti presentati o in discussione si realizzassero – pari a oltre 40 milioni di tonnellate di CO2 (con un utilizzo a pieno regime) - rappresenta un sostanziale raddoppio delle emissioni attuali da carbone, per un totale di 89,3 milioni di tonnellate: una cifra quasi equivalente a quella che l´Italia dovrebbe tagliare per rientrare dentro i parametri di Kyoto».

Ma non c’è solo la CO2, per Greenpeace «una centrale a carbone, che emette grandi quantità di inquinanti i cui impatti si ripercuotono a livello locale. Ossidi di azoto, ossidi di zolfo, particolato e poi cloro, arsenico, mercurio, piombo, nichel e cromo: per tutte queste voci (e altre) il confronto tra le emissioni di un impianto come Brindisi sud e quelle di una centrale a gas di ultima generazione è nettamente sfavorevole per il carbone. Certo, le emissioni di inquinanti convenzionali di una nuova centrale a carbone sono inferiori a quelle di un impianto di vecchio tipo come quello di Brindisi. Ma per quanto riguarda l´anidride carbonica, anche un kilowattora prodotto da una nuova centrale a carbone emette il doppio di un impianto a gas naturale a ciclo combinato. Autorizzare la conversione a carbone degli impianti di Civitavecchia e Porto Tolle significa andare contro la logica del Protocollo di Kyoto e contro lo stesso Programma di governo dell´Unione; significa scaricare i costi dell´anidride carbonica sugli italiani e, in definitiva, annullare gli effetti positivi di moltissime altre iniziative e politiche messe in atto per contrastare il riscaldamento globale: quello che oggi viene considerato da tutti gli esperti la principale minaccia per il futuro dell´umanità».

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