[18/12/2006] Aria

Conclusioni del Consiglio Ue dell´ambiente: «Economia a basso tasso di emissioni per fermare i cambiamenti climatici»

BRUXELLES. Il Consiglio dell’ambiente dell’Ue sui cambiamenti che si è tenuto oggi a Bruxelles ha adottato le conclusioni con le quali si felicita per i risultati della Conferenza delle parti (Cop 12) alla convenzione-quadro dell’Onu sui cambiamenti climatici in accordo con le linee stabilite da Cop/Mop 2 e Protocollo di Kyoto.

Il Consiglio giudica incoraggianti: «L’adozione del programma di lavoro di Nairobi sulla ripercussione dei cambiamenti climatici e sulla vulnerabilità e l’adattamento di questo fenomeno; l’accordo intervenuto sui principi e le modalità di funzionamento e di governo dei fondi di adattamento; l’accordo intervenuto sul programma di lavoro in vista del mandato del Gruppo speciale di lavoro dei nuovi impegni che incombono sulle Parti riguardo agli annessi del Protocollo di Kyoto; la decisione di organizzare il secondo riesame del protocollo, in applicazione dell’articolo 9, durante la Cop/Mop4, e a prepararla durante la Cop/Mop3 nel 2007; i progressi realizzati nel quadro del dialogo per un’azione concertata a lungo termine destinata a permettere di far fronte ai cambiamenti climatici per un rafforzamento dell’aplicazione della Convenzione, in vista di ottenere un fruttuoso risultato durante il Cop 13 che avrà luogo nel 2007; l’accordo che prevede di tenere un “atelier” sulla proposizione della Federazione Russa relativa a degli impegni volontari».

Per il Consiglio dell’ambiente sono da incoraggiare anche le iniziative presentate a Nairobi dall’Onu e dal Fondo mondiale per la promozione dell’efficacia energetica e dell’energie rinnovabili, creato dalla Commissione Ue, che insieme ad altre possono migliorare la ripartizione regionale e contribuire al rafforzamento delle capacità, all’interno dei meccanismi dello sviluppo locale, favorendo la messa a punto ed il trasferimento di tecnologie e conoscenze ecologicamente razionali. Ma il Consiglio è anche cosciente che, nonostante tutti i progressi e le misure prese, «i cambiamenti climatici proseguono ad un ritmo ancora più sostenuto e potrebbero avere ripercussioni maggiori sulla sicurezza nazionale e mondiale, per esempio l’aggravarsi ed il moltiplicarsi delle catastrofi naturali, la penuria di acqua e la siccità, carestia e degrado dei suoli, suscettibile di accrescere il rischio di conflitti nazionali ed internazionali, compreso un aumento del numero dei rifugiati ecologici».

Il Consiglio aspetta con interesse il quarto rapporto del gruppo intergovernativo di esperti sull’evoluzione del clima che deve fornire informazioni globali sui cambiamenti climatici sulla base delle ultime pubblicazioni scientifiche, tecniche e socio-economiche, e sottolinea che diverse analisi, come il recente rapporto di Nicholas Stern, dimostrano che i mutamenti climatici hanno forti ripercussioni economiche e costituiscono una reale minaccia che può essere affrontata solo con un’azione mondiale determinata e rapida che recuperi i costi dell’inazione, perché una strategia di attacco a questi squilibri «favorisce la crescita lungo termine, che non può essere raggiunta senza la crescita durevole delle parti e che sarà meno onerosa se delle misure efficaci verranno prese rapidamente».

La decisione di creare un sistema di scambio delle quote d’emissione di gas serra è considerato un passo decisivo e si invita la Banca Europea e le altre istituzioni finanziarie internazionali e le banche regionali di sviluppo «a ricercare meccanismi rinnovatori per contribuire al mantenimento, anche dopo il 2012, di meccanismi fondati su progetti che utilizzano i crediti di emissione, anche in attuazione delle conclusioni del Consiglio europeo sulla riduzione del 15/30 % delle emissioni climalteranti nei paesi in via di sviluppo entro il 2020. Per questo nel 2007 occorrerà accelerare sensibilmente le negoziazioni internazionali per un accordo applicabile dopo il 2012 e che per questo, dopo aver analizzato i dati della Commissione Ue su costi e benefici delle strategie di riduzione delle emissioni, nel 2007 il Consiglio europeo dovrà comunque formulare proposte per un accordo mondiale applicabile e compatibile con l’obiettivo Ue di non oltrepassare i 2 gradi di aumento della temperatura mondiale rispetto alla temperatura media dell’epoca preindustriale.

«L’emissioni mondiali di gas ad effetto serra – si legge nella conclusione del Consiglio Ue dell’ambiente – devono raggiungere il loro punto culminante nei due prossimi decenni, poi diminuire considerevolmente per arrivare, di qui al 2050, ad un abbassamento di livello dell’ordine al minimo del 15%, e che potrebbe essere anche del 50%, in rapporto a quello del 1990, perché la loro concentrazione nell’atmosfera si stabilizzerà». Tutti dovranno «prendere in considerazione l’adattamento agli effetti dei cambiamenti climatici, come della loro attenuazione, e tener conto del ruolo delle tecnologie. Assicurare la cooperazione più larga possibile tra i Paesi membri e la loro partecipazione ad una risposta internazionale concreta ed appropriata, è accettabile per tutte le parti e incoraggia l’applicazione rapida di misure propizie alla messa in atto di una economia a basso tasso di emissioni di gas ad effetto serra».

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