[27/12/2006] Rifiuti

Il patto metropolitano sui rifiuti spiegato da Martini

FIRENZE. Alla fine, con innegabili ritardi e sofferenze, il patto metropolitano sui rifiuti è stato firmato venerdì 22 dicembre in Regione, dal presidente Martini, dai rappresentanti delle Province di Firenze, Prato e Pistoia e del Circondario Empolese-Valdelsa, e dai Comuni interessati, Firenze, Prato, Pistoia, Empoli, Sesto Fiorentino, Montale, Pontassieve, Rufina e Scandicci. Come da tempo appariva quasi scontato (il risultato finale, mentre erano le modalità per arrivarci totalmente da discutere) il testo sdogana fin da subito la costruzione del termovalorizzatore di Case Passerini, prevede l’adeguamento o la realizzazione di quelli di Montale, Rufina e Greve in Chianti, e rinvia l’eventuale costruzione dell’impianto di Prato nella zona del Calice a dopo il 2010 se ce ne sarà il bisogno.

«Governare un problema di questa portata in un ambito di area metropolitana tanto vasta - dice il presidente della Regione Claudio Martini - richiede determinazione, coraggio, la capacità di conciliare esigenze e interessi diversi e soprattutto di agire su diversi piani, su tutti gli anelli della catena».
Il patto (che sarà sottoscritto nell´accordo finale del prossimo 31 gennaio) prende le mosse dalle azioni necessarie e imprescindibili, per la riduzione della produzione dei rifiuti. «Da parte nostra – dice il governatore della Toscana - mettiamo a disposizione le risorse necessarie per raggiungere questo obiettivo: 6 milioni di euro nel quinquennio 2007-2010. Nello stesso tempo dovrà essere incrementata la raccolta differenziata, per raggiungere quota 55% (oggi giunta al 33,5%), e per questo la Regione assicurerà investimenti per 8 milioni di euro nel quinquennio. Questa azione ´preventiva´ ci permetterà di centrare l´obiettivo smaltimento utilizzando solo gli impianti di termovalorizzazione attualmente funzionanti, quelli di Montale, Rufina e Greve e di attivarne uno solo nuovo, quello di Sesto. I Comuni si impegneranno a stabilire un percorso per una gestione comune dello smaltimento fin dal 2007 e per la costituzione di una società unica per la gestione dello smaltimento, in ragione di un triplo parametro che integri quantità di rifiuti, popolazione residente e presenza sul territorio degli impianti. Nessuna realtà verrà dunque penalizzata perché conteranno tutti e tre i criteri. Tutti gli impianti esistenti (discariche, compostaggi, termovalorizzatori) saranno conferiti alla società unica».

La Regione dovrà quindi intervenire con una modifica legislativa per costituire nelle province di Firenze, Prato e Pistoia unico ATO, Ambito territoriale ottimale e le Province, a loro volta, dovranno elaborare entro il 2010 un´unica pianificazione di ambito.
Ma chi non si dice per niente convinto del “patto” è Rifondazione, che a tutti i livelli consiliari (comune, provincia e regione) oltre alla federazione fiorentina, attacca il centrosinistra denunciando un “colpo di mano” proprio quando le riunioni dei Consigli sono sospese per le feste, e quindi i consiglieri non possono esercitare pienamente il loro mandato di controllo e indirizzo.

Secondo quanto riportato dal Prc, Martini, Domenici, Renzi e gli altri presidenti e sindaci interessati, il 22 dicembre hanno sottoscritto un “patto metropolitano per i rifiuti”, che in buona sostanza da il via alla costruzione dell’inceneritore di Case Passerini e al potenziamento di quelli di Rufina, Greve in Chianti e Montale (PT).

«Questa decisione è la risposta arrogante alla manifestazione regionale contro le politiche sugli impianti di smaltimento dei rifiuti perseguite in Toscana – dichiara Rifondazione comunista - delle quali è larga parte l’incenerimento, e alle richieste del Prc di ridiscutere la politica dei rifiuti.

Viene inoltre annunciata la centralizzazione dei soggetti gestori delle diverse Ato che operano sul territorio delle tre province (Firenze, Prato, Pistoia) - continuano da Rifondazione - e viene “rimandata” al 2010 la decisione sull’impianto del Calice, anche se fra le righe dell’accordo si lascia chiaramente intendere che comunque questo impianto si farà». Questo accordo, che giunge dopo il rifiuto opposto alla richiesta di referendum sottoscritta da numerosi cittadini di Campi Bisenzio, è letto dal PRC come una palese dimostrazione di insensibilità nei confronti dei movimenti, dei comitati e dei semplici cittadini che chiedono soluzioni nuove all’incenerimento e opzioni alternative che non costituiscano un danno per la salute ed il territorio, quali la raccolta differenziata, porta a porta, trattamento a freddo.

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