[28/12/2006] Rifiuti

Amianto, finalmente (e silenziosamente) in Toscana si muove qualcosa?

MONTIGNOSO (Massa Carrara). Sull´amianto si è scritto moltissimo e quasi sempre a seguito di fatti luttuosi e di risarcimenti ai lavoratori contaminati. Molto meno si è scritto, perché quasi nulla si è fatto, sul versante dei censimenti dei luoghi e degli edifici, delle loro necessarie bonifiche e del conseguente smaltimento in discariche controllate. Eppure esiste una legge dal 1992 e un decreto dal 1994, nonché il Decreto Ronchi del 1997, leggi e piani regionali e provinciali che obbligherebbero a procedere in tal senso.

Dunque noi sosteniamo che sia l´Italia che la Toscana, sul versante dei censimenti-bonifiche-smaltimenti sono in ritardo. Lo abbiamo affermato anche nell´occasione della presentazione della nuova proposta di legge sull´amianto (primi firmatari Felice Casson, Ds; Milziade Caprili e Gigi Malabarba, Prc): i finanziamenti sono quasi tutti indirizzati al risarcimento e pochissimi ai censimenti-bonifiche-smaltimenti.

Se le cose, come a noi pare, stanno così, come mai quando si muove qualcosa che, almeno in astratto, può essere considerato positivo come l´organizzazione di una parte della discarica ex Cava Viti a ricevere amianto, ciò accade nel silenzio più assoluto? Eppure ciò sarebbe totalmente in linea con il Piano regionale di gestione dei rifiuti speciali e pericolosi (ogni discarica esistente dovrebbe avere un modulo per pericolosi, in realtà in Toscana ad oggi soltanto a Terranuova Bracciolini esiste un modulo per l´amianto).

Chiediamo all´assessore provinciale all´ambiente Narciso Buffoni se la notizia che abbiamo è vera e, se è vera, come mai una iniziativa che comincerebbe a dare soluzioni in Toscana (visto che in regione non esiste un solo luogo dove portare amianto e dunque viene mandato addirittura in Germania) deve passare così sotto silenzio.

«Diciamo che questa è un´ipotesi possibile su cui dobbiamo discutere con tutti gli enti interessati - spiega l´assessore Buffoni - ovvero le province di Massa Carrara e quella di Lucca e i due comuni visto che l´ex cava in questione insiste per due terzi nel territorio di Montignoso e per un terzo in quello di Pietrasanta. Quindi nulla di deciso, ma certo non è possibile continuare a sostenere che l´amianto sia meglio portarlo in Germania, quando è possibile stoccarlo sotto terra con la massima sicurezza».

Quali sono i tempi?
«Attualmente l´ex cava viti viene utilizzata per ospitare la marmettola (reflui e scarti della lavorazione del marmo, ndr) ed è stato deciso che fino alla quota di 20 metri rispetto al piano precedente servono le autorizzazioni distinte delle due province. A partire da quota venti c´è l´impegno politico a fare un´autorizzazione unica e quindi questo sarà il momento più adatto per decidere se destinare la cava ad ospitare l´amianto. Dalla nostra parte siamo praticamente alla quota in questione, quindi penso che la decisione nel bene o nel male sia destinata ad assere presa fin dai prossimi mesi».

Ma perché nessuno parla di questa iniziativa? C´è il terrore dei comitati e dell´effetto Nimby?
«Guardi io non ho nessun timore a dire che secondo me l´amianto è giusto stoccarlo in profondità, che poi è quello che fanno anche in Germania. E lo dico con cognizione di causa perché sono medico e so benissimo quanto è pericoloso l´amianto se si sfarina in atmosfera e quanto è innocuo se viene incassato sotto terra, dove si rimineralizza tornando allo stato in cui si trova in natura. Purtroppo però è vero che la parola "amianto" scatena subito la protesta dei comitati che sanno benissimo come utilizzare la cosiddetta sindrome Nimby anche quando le ragioni non ce le hanno».

Ma non pensa che proprio il procedere in silenzio possa ingenerare cattivi pensieri?
«Per quanto riguarda i cattivi pensieri non so cosa dirle, nelle ultime riunioni fatte con i tecnici dei vari comuni ho sempre parlato apertamente di questa ipotesi, evidentemente però all´esterno non era ancora arrivata».

Le stesse domande le abbiamo rivolte anche al sindaco di Montignoso Federico Binaglia. «A dir la verità la discarica era già stata autorizzata per l´amianto in passato, ma poi non era mai stata attivata - spiega il sindaco - Ora i nuovi gestori del sito, la Programma ambiente apuano controllata da Asm di Prato, hanno chiesto la riattivazione dell´autorizzazione, anche perché due anni fa la cava era stata declassata a discarica per soli inerti. Tra l´altro hanno anche proposto che il comune di Montignoso per il 10% e quello di Pietrasanta per il 5% entrino nella proprietà del sito. E questo sarebbe un passo ulteriore per controllare la situazione ancora più da vicino».

Il sindaco di Montignoso spiega anche l´aspetto economico della vicenda: «Per noi sono importanti due cose: da una parte il recupero della marmettola e dall´altra il recupero del versnate collinare e il riempimento di un buco a pochi chilometri dal mare e dai centri abitati. Anche per abbassare i costi di conferimento della marmettola stanno valutando l´autorizzazione di altri codici tra cui l´amianto. Del resto tutti i tecnici che ho consultanto mi hanno spiegato che l´amianto quando è impacchettato a dovere non è assolutamente pericoloso, quindi la disponibilità a ragionarne c´è tutta».

Federico Binaglia ricorda infine che proprio a tutela della massima trasparenza il Comune di Montignoso ha anche istituito una commissione consiliare di controllo sulle attività di conferimento in discarica alla quale partecipano anche rappresentanti delle associazioni ambientaliste e alla cui guida è stato nominato un esponente dell´opposizione.

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