[28/12/2006] Energia

Nucleare: sistemato il ´problema Jean´, resta quello delle scorie

LIVORNO. Finisce l’anno e finisce anche l’emergenza dei siti nucleari in Italia? Forse è più corretto dire che finisce l’era del commissario straordinario all’emergenza nominato nel marzo 2003 dall’allora governo Berlusconi.
Il commissario Jean, presidente della Sogin, (la società che dovrebbe gestire la dismissione degli impianti nucleari chiusi dopo il referendum del 1987) era stato infatti chiamato a garantire la sicurezza delle nostre sedi nucleari da possibili attacchi terroristici, dopo la vicenda che l’11 settembre del 2001 ha sconvolto l’America e non solo.

Un provvedimento preso non certo in maniera tempestiva, che però ha reso il generale Jean detentore di poteri supestraordinari che non si limitavano alle misure antiterrorismo ma a tutte le attività di messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi e delle sedi dove queste scorie sono presenti. In pratica il compito che avrebbe dovuto svolgere la stessa società di cui è presidente, in maniera ordinaria. E che nei fatti non ha portato a termine nemmeno dotato di poteri davvero straordinari.

Dalla vicenda di Scanzano ionico - dove con un tentato blitz natalizio si pensava di collocare il sito definitivo di tutte le nostre scorie, naufragato con un clamoroso dietrofront da parte del Governo - in poi, la gestione ordinaria e quella straordinaria del commissario Jean «non hanno prodotto risultatati positivi» ha dichiarato il ministro Pecoraro Scanio. «Al contrario: la situazione è più confusa di prima».

E i problemi restano. A Saluggia dove dalla piscina di contenimento delle barre di uranio fuoriusciva acqua con il rischio di inquinare le falde di acqua potabile, o a Rotondella dove un episodio analogo non è mai stato chiarito sino in fondo.
E nel resto dei siti dove ancora sorgono le ex centrali nucleari in attesa di dismissione e che ancora contengono al loro interno materiale altamente contaminato e scorie in attesa di collocamento.

Tutto adesso tornerà sotto il diretto controllo dell’Agenzia nazionale per la protezione dell’ambiente (Apat) (e quindi del Ministero dell’Ambiente), in attesa che l’intera struttura della Sogin venga riorganizzata, compito questo del ministero dello Sviluppo. Anche se il ministro dell’Ambiente non esclude il ricorso alla pratica del commissariamento, ma che verrà eventualmente adottato relativamente a singoli casi di specie. E riguardo alla vicenda del sito unico e definitivo per le scorie, l’intenzione del ministro Pecoraro Scanio è quella di ripartire dalle conclusioni della commissione parlamentare Scalia, non escludendo l’ipotesi di trovare una sede anche fuori dall’Italia per le scorie più pericolose (ovvero quelle a più alta radioattività), che rappresentano però una parte più piccola rispetto all’insieme dei rifiuti radioattivi da sistemare.

E sistemato il generale Jean c’è chi chiede, come il deputato Alessandro Longhi, una commissione d’inchiesta anche sulla Sogin, per fare chiarezza su quanto avvenuto sino al 2006, relativamente alla gestione degli appalti, che in virtù dei superpoteri da commissario Jean poteva affidare a trattativa diretta.

Torna all'archivio