[29/12/2006] Comunicati

Impegno su Kyoto come fu per Maastricht

LIVORNO. Il ministro dell´ambiente Pecoraro Scanio, durante la conferenza stampa di questa mattina, ha parlato anche delle liberalizzazioni. L’8 e il 9 gennaio, ha detto, i Verdi presenteranno la loro proposta sulle liberalizzazioni. E la porteranno al conclave del governo di Caserta. «Non capisco perché – sono le parole di Pecoraro Scanio - le liberalizzazioni debbano essere solo economiche noi pensiamo per esempio anche alla libertà di autoprodursi l´energia o i carburanti, senza dover pagare accise».

Il ministro ha poi affrontato i temi dell´inquinamento atmosferico e dei rifiuti.

Kyoto come Maastricht
Per Pecoraro Scanio l’impegno dell’Italia per rispettare le riduzioni dei gas serra - obbiettivo, 97 milioni di tonnellate entro il 2012 - deve essere pari a quello che ci fu per i parametri di Maastricht a suo tempo da parte della politica e dei cittadini. «Abbiamo già avviato – ha detto - la riduzione delle emissioni nell´industria. I prossimi passi riguarderanno il settore dei trasporti e quello dell´edilizia. Per rispettare l´accordo di Kyoto l´ Italia deve contenere le emissioni medie nel periodo 2008-2012 entro 486,01 milioni di tonnellate di anidride carbonica annua. Attualmente le emissioni totali nazionali sono di 583,33 milioni di tonnellate». «Il risparmio e l’efficienza energetica – ha proseguito - unitamente al ricorso alle fonti rinnovabili potrebbero comportare un taglio del 37,5% delle emissioni totali, così suddivise: 3% per l´uso di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, 3% per l´uso delle rinnovabili nel condizionamento termico, 3% per un uso più efficiente dell´energia per usi generici e del 5% per usi domestici; nel settore terziario, un ulteriore risparmio di emissioni del 4% per la maggiore efficienza nel riscaldamento degli edifici, del 3% per uso di fonti rinnovabili e un 4% per uso razionale dell´energia elettrica. In questo modo l´Italia potrebbe ridurre di circa 219 milioni di tonnellate le proprie emissioni entro il 2020, rispondendo all´esigenza riconosciuta di ridurre di oltre il 30% le emissioni totali a quella data».

Riscaldamento, l’esempio è l’Alto Adige
Il ministro ha poi parlato del riscaldamento delle case spiegando che l´Italia dovrà avere una legge come quella dell´Alto Adige. «Lì – ha detto - si consumano 6 o 7 litri di gasolio per assicurare il riscaldamento ad un appartamento di 100mq. Nelle altre regioni italiane, dove peraltro fa pure meno freddo, se ne consumano invece 20 litri. La legge del Sud Tirolo è una guida per l´Italia».

Rifiuti
Per quanto riguarda i rifiuti, il ministro ha puntato tutta l’attenzione sulla raccolta differenziata, dimenticando però il nodo della filiera del riciclo. Come greenreport ha detto più volte il problema in Italia è che una volta raccolti i rifiuti fanno molta fatica ad essere riciclati. E questo per una serie di ragioni che vanno dalla qualità del rifiuto (vedi la questione Coreve per il vetro) fino alla mancanza di un vero mercato dei prodotti derivanti dai rifiuti riciclati. Per non parlare del fatto che a dir poco stenta l’impegno (previsto per legge) degli acquisiti verdi da parte dei Comuni. Il ministro, invece, ha puntato come detto solo alla raccolta differenziata spiegando che le Regioni, come previsto in finanziaria, dovranno garantire sul proprio territorio una raccolta differenziata pari al 40% entro il 2007, al 50% entro il 2009, al 60% entro il 2011. «E per chi non rientra nelle norme europee (in materia di rifiuti, ma anche di altri settori), - ha aggiunto - viene introdotto anche il ´principio di rivalsa´ nei confronti degli enti locali inadempienti». In buona sostanza le multe che la Ue farà all´Italia nei casi di infrazione, dovranno essere pagate dai soggetti (enti locali o altri organismi) che le hanno provocate.

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