[05/01/2007] Rifiuti

Rifiuti, ancora sul patto dell´area metropolitana

PRATO. Non è per me una sorpresa che l’accordo di pianificazione aperto dalla Regione Toscana sul trattamento dei rifiuti avrebbe avuto il suo punto di caduta nella realizzazione dell’impianto di Casa Passerini, era una decisione presa e scontata. Questa scelta poteva essere non condivisa e quindi passare all’opposizione (siamo contro tutti gli impianti posizione legittima); o si doveva cercare di governarla, contrattarla o mitigarla. Il governatore Martini ha avuto facile gioco nel ricordare all’Assessore Artusa che questi sono gli accordi sottoscritti (anche se non proprio da Artusa……).

La conclusione invece parla di un bicchiere mezzo vuoto e mezzo pieno. Non tanto per l’impianto di Calice, la sua presenza nell’accordo è solo formale ed il rinvio al 2010 è perlomeno inverosimile, se si ristrutturano gli impianti di Montale e Baciacavallo è evidente che si deve pensare che questi funzioneranno oltre il 2020 e quindi di un altro impianto se ne dovrà parlare a quel momento. Calice resta quello che è: arma di trattativa per Prato nel contesto dell’accordo sulla gestione degli impianti e sulla distribuzione dei relativi costi nella varie aree.

La questione è che non si è ragionato e governato la questione inceneritori: quante emissioni e come ridurle, quanto si deve incenerire al massimo, quanti impianti.

Anche la proposta di tecnologie alternative è stato solo un parlar d’altro, nessuno si mette alle spalle un impianto in più se non in quadro di trattative responsabili, e di limitazione degli altri impianti. Perché in fondo si sa che un altro impianto, in un contesto da “liberi tutti”, di chi governa di meno e fa più opposizione, sarebbe stato solo la nascita di nuovi problemi, comitati, e opposizioni.

La proposta di Legambiente (un impianto solo nella piana) non è mai stata considerata, oscurata dal veto massimalista, dalla rincorsa alla rigidità, e alla difesa dell’esistente.

La nostra proposta era (ed è) meno emissioni: il nuovo impianto deve avere meno emissioni di quelli esistenti che vanno chiusi. Non lo dicamo solo noi, anche l’Unione, quella Europea, introduce normative con parametri più restrittivi degli attuali. Ossia si al nuovo inceneritore se, e solo se, si chiudono quegli esistenti nella piana, Montale e Baciacavallo. Meno impianti e una quantità precisa di incenerimento.

Un risultato ad esempio è stato ottenuto a Roma, grazie ad un accordo con RC e PCDI e alla parte ambientalista del resto dell’Unione, non l’abolizione del CIP6, ma la sua progressiva devitalizzazione: niente contributi ai nuovi impianti, ma solo a quelli funzionanti ed autorizzati. Aspettiamo il Decreto esplicativo, non tutto è oro quello che luccica. Infatti è credibile che Montale possa ricevere i contributi del CIP6 per la parte di impianto in più e che addirittura possa accedervi Baciacavallo ristrutturato e con eventuale recupero energetico.

Ma se li abbiamo un risultato positivo è perché li siamo stati capaci di azione di governo e di mediazione. Questo lo riconoscono tutti, anche chi è contro tutti gli impianti.

Per i movimenti, per le forze politiche e per chi governa deve esistere sempre uno spazio di mediazione. Per noi l’incenerimento deve diventare una fase residuale dello smaltimento dei rifiuti e nel frattempo avanti politiche per la riduzione della produzione e con la raccolta differenziata (qui è l’aspetto più positivo dell’accordo).

Molti hanno criticato la poca raccolta differenziata, ma questo è l’unico vero risultato che abbiamo conseguito. Oggi non solo si parla di 50% e passa di raccolta possibile, ma siamo ben oltre il 30% già conseguito. Il paragone con l’energia è evidente abbiamo fermato le centrali nucleari, ma nel nostro paese siamo ancora sotto al 10% di energie rinnovabili (se si esclude il geotermico e l’idroelettrico). Ricordo che i Verdi tedeschi, che nel frattempo hanno ottenuto più raccolta differenziata e più energie rinnovabili, sono stati al governo per dieci anni sulla base della moratoria delle nuove centrali nucleari e senza riuscire a chiudere alcun impianto. Anche da noi un´altra soluzione è possibile.

*ex assessore di Prato e esponente dei Verdi

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