[08/01/2007] Energia

Rapporto Weto, ecco le prospettive mondiali dell’energia fino al 2030

BRUXELLES. E’ stato presentato oggi lo studio World energy, technology and climate policy utlook (Weto) che delinea uno scenario di riferimento e le priorità del futuro sistema energetico mondiale che analizza la situazione di qui al 2030 se continueranno le tendenze e dei cambiamenti strutturali mondiali in atto e valuta le alternative esistenti per risorse, tecnologie e politica ambientale.

«La domanda mondiale di energia – si legge nel report del Weto - aumenterà di circa l´1,8% tra il 2000 e il 2030. L´impatto della crescita economica e demografica (rispettivamente del 3,1% e dell´1% l´anno in media) è attenuato da una riduzione dell´intensità energetica dell´1,2% dovuta all´effetto combinato dei cambiamenti strutturali in campo economico, del progresso tecnologico e dell´aumento dei prezzi energetici». Nei paesi industrializzati rallenta la domanda di energia pari, nell´Ue dello 0,4% annuo, mentre nei paesi in via di sviluppo l’aumento della domanda sarà rapido: nel 2030 oltre la metà della domanda di energia verrà da li, rispetto al 40% attuale.

A dominare il mercato saranno ancora i combustibili, quasi il 90% dell´approvvigionamento complessivo di energia, il petrolio resterà la principale fonte di energia con il 34%, seguito dal carbone al 28% che vedrà l’Asia aumentare di due terzi l´offerta di carbone tra il 2000 e il 2030. L’approvvigionamento di gas naturale nel 2030 rappresenterà un quarto del fabbisogno mondiale e sarà destinato essenzialmente alla produzione di elettricità, nell’Ue gas sarà la seconda principale fonte di energia, dopo il petrolio e di carbone e lignite, mentre nucleare e rinnovabili raggiungeranno insieme meno del 20% dell´energia europea.

Così le emissioni mondiali di CO2 aumenteranno del 2,1% l´anno, cioè più rapidamente del consumo energetico e nel 2030 saranno raddoppiate rispetto al 1990. Nell´Ue dovrebbero salire del 18% e negli Usa del a circa il 50%. Le emissioni dei paesi in via di sviluppo – si legge nel Weto - rappresentavano nel 1990 il 30% del totale, ma questi paesi saranno responsabili di oltre la metà delle emissioni di CO2 nel 2030».

Le riserve petrolifere esistenti basteranno per soddisfare la domanda prevista per i prossimi trent´anni ma potrebbero entrare in crisi dopo il 2030, anche se potrebbero essere sostituite in parte da dall´aumento di riserve di “petrolio non convenzionale”. Le abbondanti riserve di gas dovrebbero dovrebbero aumentare del 10% ed il carbone sarà ancora disponibile senza limitazioni.

La produzione mondiale di petrolio aumenterà di circa il 65% arrivando a 120 milioni di barile al giorno e l’Opec nel 2030 gantirà il 60% dell´approvvigionamento (40% nel 2000). Raddoppierà la produzione di gas «tuttavia si prevede che nel 2030 le disparità regionali delle riserve di gas e dei costi di produzione altereranno il modello regionale di offerta di gas: circa un terzo della produzione totale verrà dai paesi Csi (ex Unione Sovietica n.d.r.), mentre la produzione rimanente sarà quasi egualmente ripartita tra altre regioni.

Raddoppierà anche la produzione di carbone, soprattutto in Asia e in Africa che nel 2030 estrarranno il 50% del totale mondiale. I prezzi di petrolio e gas aumenteranno considerevolmente, il petrolio fino a 35/40 euro al barile nel 2030, il gas arriverà a 28 euro al barile nel mercato euroafricano, 25 in quello americano e 35 in Asia ma i prezzi tenderanno a livellarsi. Il prezzo del carbone dovrebbe mantenersi intorno ai 10 euro al barile.

La domanda di energia finale aumenterà del 35 % per l´industria, 25% per i trasporti e 40 % per il settore residenziale e terziario con una crescita più rapida del settore dei servizi nei paesi sviluppati, ed un aumento generale del 2 - 3% in tutti i settori nei paesi in via di sviluppo. Un quarto della domanda verrà dal´energia elettrica che aumenta in media del 3% l´anno e che nel 2030 sarà prodotta per oltre la metà con turbine a gas a

ciclo combinato, tecnologie avanzate del carbone ed energie rinnovabili.. Il consumo di carbone diminuisce nei paesi industrializzati, con l’eccezione dell´America del Nord, ed aumenta in Asia, intanto diminuisce l’uso di biomassa tradizionale via di sviluppo ed aumentano le biomasse a livello globale.

L´utilizzazione del gas per energia elettrica aumenta in Csi, Medio Oriente e America latina.

Il nucleare cresce considerevolmente ma nel 2030 la sua quota di mercato non arriverà al 10%.

Eolico, solare e minicentrali idroelettriche si moltiplicheranno per 20, ma le nuove energie rinnovabili anche se raddoppiano la loro incidenza globale sulla produzione di energia, raggiungeranno solo il 4 % della produzione totale. Grandi centrali idroelettriche e l´energia geotermica si manterranno stabili.

Se l’innalzamento dei prezzi causerà di qui al 2030 «un calo della domanda mondiale di energia (-3%), che favorirà in particolar modo il carbone e le energie non fossili e ridurrà la domanda di gas naturale (-13%) e petrolio (-6%)» le emissioni di CO2 a livello mondiale saranno inferiori del 2% rispetto a quelle del periodo di riferimento. Invece, l´aumento delle risorse di gas porterebbe ad un calo dei prezzi ma il prezzo del petrolio registrerebbe solo un lieve calo per la scarsa intercambiabilità tra petrolio e gas. La scelta di combustibili utilizzati cambierà: gas +21%; carbone -9%; petrolio -3 - 4%.

I rischi per l´approvvigionamento dell´Ue potranno essere limitati con moltiplicazione delle vie di trasporto, maggiore integrazione della rete europea del gas ed aumento delle forniture da Africa e Medio Oriente.

«L´accelerazione degli sviluppi tecnologici nell´ambito della generazione di elettricità - spiega il rapporto - determinerà cambiamenti significativi nella struttura della produzione dell´energia elettrica. Per quanto importante sia il settore energetico, rappresenta solo un terzo circa delle emissioni di CO2 a livello mondiale. Pertanto le tecnologie che riguardano unicamente questo settore avranno un impatto limitato sulle emissioni totali di CO2. La disponibilità di tecnologie avanzate, tuttavia, potrà avere un impatto considerevole sui costi sostenuti per conseguire gli obiettivi in termini di riduzione delle emissioni».

La riduzione delle emissioni di carbonio riguarderà soprattutto la sostituzione del carbone e della lignite con gas e biomasse ma anche col petrolio. Oltre la metà della riduzione della domanda mondiale di energia verrà dalle industrie.

«Assegnando un "valore di carbonio" (equivalente a una tassa) all´utilizzo dei combustibili fossili, nel 2030 le emissioni di CO2 risultano inferiori del 21% rispetto ai valori di riferimento a livello mondiale e del 26% nei paesi dell´Ue e nei paesi dell´adesione – prevede Weto - Su scala mondiale e nella maggior parte delle regioni, questa riduzione si conseguirà mediante riduzioni equivalenti sia della domanda di energia sia dell´intensità di carbonio del consumo energetico».

Torna all'archivio