[09/01/2007] Rifiuti

Rifiuti, Lucca virtuosa con gli impianti degli altri?

LIVORNO. Domani il consiglio provinciale di Lucca dovrà discutere sul caso della centrale a biomasse proposta dalla Lucart di Diecimo per bruciare, assieme a legname, anche i fanghi di scarto prodotti dalla cartiera. La vicenda si trascina ormai dal 2002, epoca in cui fu presentata la prima bozza di progetto per la realizzazione di una centrale a biomasse in grado di bruciare fanghi che la cartiera produce soprattutto nel processo di riciclaggio della carta che proviene dalle raccolte differenziate. Centrale contestata a priori dai comitati sorti nella valle, poco disposti a credere a quanto riferisce l’azienda sulla sicurezza dell’impianto ma sui cui anche le amministrazioni che si sono succedute al comune e alla provincia non si sono mai assunte la responsabilità di una decisione finale.

Per questo dopo anni di attesa è fermo il piano di investimenti dell’azienda, ferma da due mesi l’attività di disinchiostrazione dei maceri per le difficoltà di smaltimento dei fanghi, e la Lucart che denuncia un esubero di 11 lavoratori nello stabilimento di Diecimo, sospende il turn over e non conferma i contratti a termine in scadenza, sta programmando anche lo spostamento di due linee di processo e la disinchiostrazione, che è l’attività primaria della cartiera di Diecimo, in un’altra azienda.

Viene a questo punto spontaneo fare alcune considerazioni, per cercare di mettere insieme tutti i dati che intorno a questa vicenda ruotano e che invece vengono costantemente tenuti separati. Ma che il criterio direttore della sostenibilità ambientale richiede invece vengano valutati in una visione d´insieme.

Il tema della raccolta differenziata e dell’obiettivo di aumentarne le percentuali è (giustamente) ribadito con forza sia a livello locale sia a livello regionale, come strategico per la gestione dei rifiuti prodotti. Da parte di tutti: istituzioni, associazioni, comitati. Tra l’altro proprio la carta è, tra le varie frazioni merceologiche di rifiuto, quella su cui è più semplice intervenire per aumentarne la raccolta in maniera differenziata. Ed è il materiale riciclato con cui ormai tutti (eccetto gran parte delle istituzioni) hanno raggiunto piena familiarità. Ma non è da trascurare però che il processo di riciclaggio della carta produce, esso stesso, una percentuale di rifiuti dell’ordine dello 0,2-0,4 kg per ogni kg di carta trattata (oltre al cosiddetto pulper che è lo scarto da selezione). Rifiuti che anch’essi debbono trovare collocazione e che non possono a loro volta recuperati se non energeticamente.

Per questo motivo la cartiera di Diecimo che lavora prioritariamente sul riciclaggio di carta, ha la necessità di smaltire i fanghi che da quel processo si originano.

Ed è per il fatto che nella provincia di Lucca operano molte cartiere ( ma non solo per quello) che la produzione di rifiuti speciali (compresi i pericolosi) a livello provinciale è su dati Mud 2003 ( e sappiamo che il MUD offre dati sottostimati) di oltre un milione di tonnellate.

Ora, sulla gestione dei rifiuti speciali non vi è obbligo come per gli urbani di rispettare il vincolo della territorialità di produzione, ed è questo che ha infatti permesso sino ad ora che i fanghi delle cartiere lucchesi fossero smaltiti in giro per le varie regioni dello stivale, pressochè tutti fuori dalla Toscana (chissà il bilancio delle nanoparticelle emesse dalle centinaia di mezzi di trasporto.....). Ma è anche vero che la regione Toscana, ha previsto che a livello delle istituzioni preposte alla pianificazione della gestione dei rifiuti, ovvero alle province, si predisponesse anche un piano di gestione degli speciali. Anche se non si prevede l’obbligatorietà del loro smaltimento entro gli Ato, è però previsto che il tema della loro contabilizzazione (produzione e smaltimento) sia posto soprattutto a partire dal principio di prossimità .

La provincia di Lucca si è dimostrata sempre molto attenta alla raccolta differenziata dei rifiuti urbani prodotti ed è tra le toscane una provincia assai prodiga nella messa in campo di azioni che riguardano anche la riduzione dei rifiuti tanto che il suo comune capoluogo si è attestato più volte il titolo di comune riciclone anche in classifiche nazionali, come del resto altre amministrazioni della stessa provincia.

Verrebbe allora spontaneo aspettarsi che una amministrazione così attiva sulla parte delle raccolte differenziate lo fosse anche nell´impiantistica di valorizzazione ( a cominciare dal compostaggio) e di smaltimento finale nonchè nell’approccio per la chiusura del ciclo dei rifiuti speciali.

E ci aspetteremmo che una qualche decisione la prendesse anche riguardo ai fanghi delle cartiere. Sia essa una centrale a biomasse, un dissociatore molecolare, un digestore anaerobico o quant’altro si possa proporre. E se proprio non si ritiene utile ricavare una qualche forma di energia dai rifiuti di cartiera provenienti dal processo di riciclaggio della carta, si trovasse almeno un sito dove realizzare una discarica per poterceli collocare. La "gestione integrata" non è un self service per cui si fa quel che ci piace al resto ci pensino gli altri.

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