[09/01/2007] Acqua

Arpat sull´Elsa: sufficiente fino a Poggibonsi, scadente fino alla foce

FIRENZE. Arpat ha messo il fiume Elsa ai raggi X. L’Agenzia, che effettua il monitoraggio sullo stato della risorsa idrica in una serie di postazioni di campionamento facenti parte della rete regionale di monitoraggio delle acque superficiali e sotterranee, ha fornito dati che non sono certo incoraggianti: per le acque sotterranee emerge una situazione che presenta alcune criticità con acque classificate come “particolari”, ovvero presentano limitazioni all’uso dovute a caratteristiche naturali (presenza di solfati, ferro e manganese). Lo stato qualitativo è però anche influenzato dalla presenza di sostanze di origine antropica (in particolare nitrati e composti organici alogenati).

I risultati del monitoraggio della acque superficiali indicano una situazione di qualità “sufficiente” (secondo la classificazione SECA -Stato ecologico Corsi d’Acqua) nel tratto senese del fiume, mentre la situazione è “scadente” nel tratto a valle di Poggibonsi.
Le pressioni sulla risorsa idrica analizzate da Arpat sono di tipo puntuale e diffuso: depuratori, aree industriali, agricoltura, prelievi idrici, siti in bonifica.

I depuratori (i principali sono Poggibonsi, Colle Val d’Elsa e Castelfiorentino), evidenziano alcune problematiche comuni, come l’incremento del carico idraulico ed organico, la necessità di adeguamenti per l’abbattimento dell’azoto e fosforo, difficoltà gestionali per i piccoli depuratori, prevalenza di fognature miste rispetto alle separate. E’ stata registrata inoltre una densità elevata di reti fognarie a servizio di piccoli agglomerati, dotate di sistemi depurativi raramente efficaci e scarsa applicazione della fitodepurazione.

Un altro fattore di pressione che determina criticità è quello degli scarichi da insediamenti produttivi: si stima infatti che vi siano irregolarità in circa il 40% dei controllati. Per quanto riguarda i siti in bonifica, che sono in totale 40 per la Val d’Elsa, rimane da approfondire la correlazione tra la qualità delle risorse idriche e gli esiti della caratterizzazione dei siti.

«Complessivamente dal monitoraggio effettuato - dichiarano da Arpat- emerge che lo stato qualitativo del fiume Elsa è influenzato sia da peculiarità naturali che dal carico antropico. Lo stato di salute del fiume è sufficiente fino a Poggibonsi e scadente fino alla foce, con un miglioramento da confermare nel tratto iniziale e nessun miglioramento a valle. Inoltre non si evidenziano effetti migliorativi dell’Elsa sulla qualità dell’Arno (come avviene più o meno per tutti i grandi affluenti del principale fiume toscano ndr). In questo quadro è evidente lo scarto fra la situazione esistente e gli obiettivi previsti per il 2008 dal D.Lgs.152/99 e dal Piano di Tutela Regionale».

L’agenzia ha anche individuato alcuni limiti e proposto soluzioni rispetto all’attuale sistema di monitoraggio «In particolare emerge la carenza di strumenti per la valutazione, la trattazione e l’integrazione degli esiti e l’inadeguatezza del controllo rispetto alle necessità e alle richieste. Le irregolarità non sono trascurabili- continuano da Arpat- e anche gli strumenti informativi non sono sufficienti. Il percorso di miglioramento deve coinvolgere tutti i soggetti interessati, sviluppare momenti di integrazione, comprendere e migliorare il monitoraggio e il controllo, sviluppare momenti di verifica e fornire le adeguate risorse umane, tecniche, organizzative e informative che sono necessarie per il raggiungimento degli obiettivi definiti dagli strumenti programmatori»

Torna all'archivio