[12/01/2007] Aria

Il sottosegretario Boco: «Dibattito parlamentare sull´emergenza climatica»

FIRENZE. Al vertice di Caserta arrivano sollecitazioni precise. Per il sottosegretario alle politiche agricole Stefano Boco «serve un dibattito parlamentare urgente per dare delle risposte ancora più concrete alla più grande emergenza della contemporaneità, quella climatica nel nostro Paese, coinvolgendo le categorie economiche e le amministrazioni nei vari livelli. Le prime indicazioni uscite dalla Finanziaria in materia di sviluppo delle energie rinnovabili e di futuro per le agroenergie sono un risultato importante così come è strategico, ad esempio, l´avvio del piano per i biocarburanti in quanto rappresenta un´opportunità concreta verso la costruzione di una filiera nazionale delle agroenergie».

E il parlamentare verde toscano sottolinea che «tra le proposte necessarie per contrastare la desertificazione che avanza, soprattutto al sud, occorre avviare dei piani che prevedano colture con un fabbisogno minore di acqua e progetti per una più corretta gestione delle risorse idriche a partire da piccoli bacini a captazione locale delle acque stagionali».

«Ora e necessario che l´intera classe politica – continua Boco – acquisisca più convinzione nella grande sfida che abbiamo di fronte, quella di evitare che la terra continui a subire gravi mutamenti climatici causati dal continuo proliferare dei gas serra. Mettiamo al centro dell´agenda parlamentare l´energie rinnovabili, l´emergenza climatica e la tutela ambientale, senza distinzioni politiche solo così potremo rallentare questo enorme processo di surriscaldamento del pianeta che tanti danni causa alle popolazioni e all´economia».

Greenpeace chiede al governo di fermare la conversione a carbone di Porto Tolle che l´associazione ambientalista ha "occupato" per tre giorni nei mesi scorsi in un clamoroso blitz durante il quale i suoi attivisti si sono asserragliati sulla ciminiera dopo averla scalata.

«Oltre agli aspetti legati al delicatissimo ecosistema del Delta del Po, per cui è tutta da dimostrare la possibile convivenza con le infrastrutture di una centrale a carbone - ha detto Giuseppe Onufrio, direttore delle campagne di Greenpeace Italia - rimane il fatto che questa soluzione massimizza le emissioni di CO2, su cui l´Italia è in grave ritardo». Porto Tolle per Greenpeace è il simbolo di una questione più grande: «il ritorno al carbone equivale per l´Italia alla palese sconfessione degli impegni di Kyoto. Il ritardo sulle fonti rinnovabili va colmato - conclude Onufrio - e per farlo ci vogliono almeno 30 miliardi di kWh da nuovi impianti: il governo deve scegliere o le rinnovabili o il ritorno al carbone».

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