[12/01/2007] Energia

Costo del petrolio e costo delle rinnovabili, l´Ue davanti al bivio

LIVORNO. Il costo del petrolio negli ultimi tre anni è raddoppiato, trascinandosi dietro I prezzi dell´elettricità ed è opinione comune che i costi dell´energia resteranno elevati. Nel recente piano di azione per l´efficacia energetica la Commissione Europea ha perciò analizzato le alternative al petroli e dimostrato che ci sono validi argomenti economici per rafforzare l´uso di un nuovo mix energetico basato su più risorse e nel contempo diminuire le emissioni climalteranti. «L´analisi dell´impatto – dice la Commissione - indica che un´azione dell´Ue nel settore del cambiamento climatico rafforzerà considerevolmente la sicurezza degli approvvigionamenti di energia nell´Unione Europea. Così le importazioni di petrolio e di gas diminuiranno ognuna del 20 % entro il 2030 se si confrontano con uno scenario di status quo».

Per garantire il rafforzamento dell´azione dell´Ue in questo campo occorre integrare le politiche sul clima con quelle energetiche.

Per la Commissione la lotta contro il cambiamento climatico è anche lotta contro l´inquinamento atmosferico e «una riduzione del 10% delle emissioni di CO2 nell´Ue entro il 2020 genererà benefici enormi sul piano sanitario (dell´ordine da 8 a 27 miliardi di Euro). Queste misure faciliteranno anche la realizzazione degli obbiettivi della strategia dell´Unione Europea in materia di inquinamento atmosferico».

Benefici ipotizzabili anche per altri paesi, visto che Usa e Cina entro il 2030 si troveranno a dover importare almeno il 70% del petrolio di cui avranno bisogno e che probabilmente la rarefazione delle risorse darà luogo a nuove tensioni geopolitiche. Nello stesso tempo l´inquinamento atmosferico si accentuerà nei paesi in via di sviluppo e per loro senza la riduzione delle emissioni di Ges non potrà migliorare né la sicurezza degli approvvigionamenti né la qualità dell´aria.

Nell´Ue sono ancora possibili importanti riduzioni di Ges: l´analisi strategica fatta dalla Commissione propone misure che permetteranno di sfruttare gran parte di questo potenziale che, insieme a quelle adottate nel quadro del Programma europeo sui cambiamenti climatici ed alle alte politiche in atto, continueranno a generare riuduzioni di emissioni fino al 2012, anno del riesame finale del protocollo di Kyoto.

Per raggiungere questi obbiettivi di contrasto del cambiamento climatico è indispensabile che l´Europa aumenti gli sforzi per raggiungere un accordo internazionale, essendo l´unico dei grandi attori planetari che può dimostrare concretamente che è possibile ridurre le emissioni di gas serra senza compromettere la crescita economica, e che le tecniche e gli strumenti necessari per farlo esistono già. «L´Ue continuerà a prendere misure sul piano interno per lottare contro il cambiamento climatico – assicura la Commissione Ue – E potrà così aprire la strada dei negoziati internazionali».

E Manuel Barroso ha annunciato che «fino alla conclusione di un accordo internazionale e senza pregiudizi sulla posizione che prenderà nei negoziati internazionali, l´Ue dovrà subito prendere l´impegno fermo ed indipendente di ridurre le emissioni di Ges di almeno il 20% di qui al 2020 in in coerenza con il sistema comunitario dei scambio delle quote di emissione "Sceqe", per altre misure di lotta contro i cambiamenti climatici e per iniziative rilevanti della politica energetica». E per le industrie europee si prevede che la domanda di quote d´emissione sarà alta entro il 2012, secondo la Commissione «questo inciterà gli industriali ad investire in tecnologie di riduzione delle emissioni e di soluzioni di sostituzione a bassa intensità di carbonio»

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