[15/01/2007] Rifiuti
Sull’accordo raggiunto sulla questione rifiuti della piana fiorentina abbiamo raccolto le valutazioni di Stefano Arrighini, assessore all’ambiente della provincia di Prato.
Ce n’è voluto di tempo ma alla fine l’accordo è quasi un dato di fatto (quasi perché la firma ufficiale del patto è prevista al 31 gennaio).
«La prima cosa che mi preme dire sulla valutazione dell’accordo è che si tratta di un accordo ragionevole. E riuscire a introdurre elementi di ragionevolezza tutte le volte che si apre il capitolo rifiuti non è roba da poco. Intanto per gli aspetti di metodo: si è discusso tanto sulla necessità e sull’importanza della partecipazione e in questo caso mi sembra che l’accordo sia da considerarsi un caso in cui si è coniugato partecipazione e responsabilità delle istituzioni e in cui si è riusciti a portare a sintesi in maniera molto ragionevole, questi due punti. Perché ricordo come fin dall’inizio siano stati forti i toni e le preoccupazioni sulle varie questioni affrontate, ma poi nell’accordo raggiunto il dialogo si è concretizzato. E sono tra quelli che pensano che un dialogo reale tra territorio, cittadini e istituzioni debba essere tenuto aperto. E nell’accordo raggiunto, si prende atto di molte delle posizioni che sono state espresse. Per questo dico che è una mediazione ragionevole tra molte posizioni espresse nel percorso, che è stato lungo e faticoso, ma che è arrivato ad un ragionevole traguardo».
Quali sono i punti salienti che esprimono questa mediazione di cui parla?
«Intanto rimette le cose al loro posto. La riduzione dei rifiuti, la raccolta differenziata e il riciclo, gli impianti, ognuno di questi stadi viene rimesso al proprio posto. Questo non era assolutamente scontato tra le posizioni di molti partecipanti al tavolo. Ad esempio porsi il problema e dare una sottolineatura importante alla riduzione è assolutamente ragionevole. È certamente diverso da dire che giurerei sul raggiungimento dell’obiettivo».
Anche perché non sembrano esserci le misure coerenti per raggiungerlo.
«L’obiettivo è fissato ma è previsto anche un monitoraggio costante dei numeri e rimanda a verifiche. Per la prima volta poi si scrive, a fianco di obiettivi, la disponibilità delle risorse. Sono previsti 6milioni di euro messi a disposizione della regione nel prossimo triennio, cui andranno aggiunte anche risorse locali. Non è risolto il tema delle politiche da fare, ma intanto le risorse ci sono».
E per l’obiettivo del 55% di raccolte differenziate come pensate di muovervi, anche alla luce degli obiettivi ambiziosi posti dalla finanziaria, pena commissariamento?
«Un obiettivo di raccolta differenziata al 55% mi pare ragionevole. Per quanto riguarda la nostra provincia siamo a livelli avanzati, ma non mi parrebbe corretto attestarsi all’attuale. Altri devono lavorare di più, ma anche su questo vi è concretezza dell’accordo e non sottovaluterei il fatto che sulle raccolte differenziate ci sono 8 milioni di euro sul territorio oggetto dell’accordo».
L’aspetto più contrastato riguarda comunque gli impianti previsti per lo smaltimento.
«Si dice che si prevedono e si realizzeranno a valle gli impianti necessari per garantire autosufficienza dello smaltimento. Anche questo mi sembra ragionevole anche se non tutti sono d’accordo. E anche su questo non è prevalsa la volontà muscolare di alcuni ma anzi quella di assumere questo tema nelle modalità e nelle proporzioni giuste. Naturalmente mi rendo conto che la geografia impiantistica che viene fuori può non essere considerata la più razionale che si potesse immaginare, ma il tavolo non partiva dal punto zero e si pone l’obiettivo di una pianificazione più generale al 2010 a livello di ato unico e anche nel fronte ambientalista c’erano posizioni diverse. Io credo che la vera ripianificazione unitaria che si farà al 2010 possa introdurre ulteriori razionalizzazioni».
Questo che significa che a quella data si possa verificare non solo se si farà o meno l’impianto del Calice ma se si può spegnere anche qualche altro camino?
«Nell’accordo si è scritto che Calice potrà essere realizzato senza aumentare il numero degli impianti, quindi altri si potranno spegnere».
Si riferisce a Baciacavallo e Montale?
«Per esempio Baciacavallo e Montale. Una verifica vera del sistema impiantistico si farà al 2010, quello che si stabilisce oggi non è immutabile. La valutazione dell’evoluzione del sistema è un altro elemento di grande ragionevolezza. Assumere la gestione dei rifiuti in maniera dinamica ed elastica e prevedere un monitoraggio di come evolve il sistema per poi arrivare ad una ripianificazione unica, mi pare elemento di ragionevolezza e serietà. E anche un elemento di assoluta novità, data la situazione di partenza. La gestione dei rifiuti è una realtà dinamica e complessa e quindi è importante pensare di monitorarla costantemente senza strumentalizzare i numeri che si scrivono. Molte volte nel dibattito è stato da molti suggerito che in una area così fortemente segnata dall’urbanizzazione, sarebbe stato molto ragionevole porsi l’obiettivo di una pianificazione di un area più vasta degli attuali confini amministrativi. Ed avere assunto questo dato come un punto di riferimento è assai importante. Non mi illudo che vi siano posizioni assolutamente concordi, e che non si incontrino difficoltà a realizzare questo tipo di obiettivo, ma tenere assieme le esigenze di più soggetti che insistono in una area più vasta, ovvero province, ato, aziende alla fine può dare risultati migliori anche in termini di trasparenza».
Quindi ato unico, pianificazione estesa e anche azienda unica.
«Porsi il problema di pianificazione dell’ato unico senza costruire un processo di azienda unica non era scontato ed essere arrivati a impostare correttamente la società unica è il presupposto che la pianificazione unica ci sia davvero».
Insomma mi sembra soddisfatto dei risultati di questo tavolo.
«Per tutti gli elementi che ho sottolineato, l’accordo mi pare molto ragionevole e penso che in fondo il risultato raggiunto metta in difficoltà le posizioni più ideologiche e oltranziste, ma che risponda alle esigenze di chi vuole davvero cercare di risolvere questo annoso problema e andare avanti. E credo che in fondo anche dentro alcune forze politiche, la posizione non sia proprio così univoca come alcune posizioni più radicali lascerebbero pensare. Anzi credo che se fossimo in altre regioni quest’accordo avrebbe la sottoscrizione di tutte le componenti dell’unione. Credo che quella raggiunta sia una situazione aperta, che porta elementi di concretezza e di ascolto e che se proprio non si è pregiudizialmente collocati è difficile non riconoscergli meriti importanti».