[15/01/2007] Trasporti

L´Ue vuole potenziare il trasporto merci fluviale: ecco come

ROMA. Il Parlamento europeo ha accettato la proposta riguardante il programma Naiades (Navigation And Inland Waterway Action and Development in Europe), presentata dalla Commissione europea per promuovere il trasporto merci attraverso le vie navigabili. Un progetto interessante e del tutto simile a quello delle autostrade del mare.

L´Europa comprende più di 30.000 chilometri di canali e corsi d´acqua che collegano centinaia di grandi città e zone di concentrazione industriale. Il trasporto di merci attraverso queste vie, però, è solo il 7% del trasporto interno totale (125.000 milioni di tonnellate al chilometro nel 2000), a fronte del 74% del carico trasportato su gomma e del 14% tramite ferrovia. Soltanto la metà degli Stati membri dell´Ue sono collegati tra loro da vie navigabili interne.

Naiades si propone proprio di dar vita a iniziative concrete capaci di sfruttare pienamente le potenzialità di un passaggio a modi di strasporto a minore consumo di energia, più ecologici e più sicuri. In certe regioni e nei paesi retrostanti importanti porti marittimi - come il Benelux e il nord della Francia - l´utilizzo delle vie navigabili è molto esteso e raggiunge quasi il 43% del carico delle merci trasportate (in termini di tonnellate per chilometro).

Grazie ad una numerosa serie di porti e canali di facile accesso, la rete navigabile principale in Europa collega i Paesi Bassi, il Belgio, il Lussemburgo, la Francia, la Germania e l´Austria. Seppur meno estese, esistono delle reti navigabili anche in altri Stati membri, ma sono poco sfruttate o totalmente abbandonate. Insieme al trasporto su rotaia e alla navigazione a corto raggio il trasporto su idrovie interne potrebbe contribuire significativamente alla sostenibilità del sistema del trasporto.

Il quadro europeo della ripartizione modale del trasporto per via navigabile per Paese vede in testa l´Olanda con il 44,2%, seguita dal Belgio e dalla Germania, mentre noi italiani e gli inglesi siamo ultimi con lo 0,1%.

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