[16/01/2007] Aria

Filtri antiparticolato, Ferrante ne chiede l´omologazione

ROMA. Dopo i dati della Toscana arrivano anche quelli relativi alle altre città, per quanto riguarda i superamenti dei limiti alla concentrazione delle polveri sottili. I dati sul Pm10, aggiornati al 4 dicembre scorso ed elaborati da Legambiente, riportano un numero impressionante di superamenti giornalieri della soglia consentita dalla legge che fissa, dal 2005, il valore limite medio giornaliero per le polveri sottili a 50 μg/mc, che può essere superato al massimo per 35 giorni all’anno: 206 giorni di superamento dei limiti Palermo, 183 a Verona, 162 a Torino, 159 a Padova, 156 a Venezia, 152 a Milano e 125 a Roma (da gennaio all’inizio di dicembre).

Sul banco degli imputati ancora una volta il numero esorbitante delle auto circolanti, come fonte, anche se non l’unica, delle polveri sottili: 35 milioni di automobili circolanti in Italia, 58 ogni 100 abitanti. Secondo il rapporto della commissione nazionale inquinamento atmosferico del ministero dell’Ambiente, nelle grandi città il traffico contribuisce per il 70% alle emissioni di PM10. La seconda fonte è il riscaldamento, che varia da un contributo del 26% al nord all’8% al sud.

Ed è proprio sulle polveri sottili che ha posto l’attenzione Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente e capogruppo dell’Ulivo in commissione ambiente al Senato, che in un’interrogazione parlamentare ai ministro dei trasporti Bianchi, della salute Turco e dell’ambiente Pecoraro Scanio, ha chiesto di «emanare emanare al più presto il decreto sull’omologazione dei filtri antiparticolato (FAP) per gli autoveicoli, un provvedimento già scritto, ma ancora nel cassetto».

I filtri antiparticolato sono dispositivi che sarebbero in grado di abbattere del 90% le emissioni di polveri sottili dei motori diesel e sono già adottati in diversi paesi europei, ma su cui in Italia ancora si discute.
«Non si capisce l’assurdo e incomprensibile iter procedurale attivato dalla circolare del ministero dei Trasporti, n° 2380MOT2/B, che considera questi dispositivi come un silenziatore sostitutivo limitandone l’uso agli autobus di tipo urbano, suburbano ed interurbano euro 0, 1 e 2 – conclude Ferrante - Ragione per cui, a oggi, nel nostro Paese non possono essere installati alle successive motorizzazioni e ai veicoli commerciali».

In realtà, come sempre, anche per i filtri antiparticolato ci sono versioni contrastanti: come si può leggere per esempio anche dal sito della Peugeot, il Fap degrada le PM10, ma questo non vuol dire che scompaiano. Probabilmente quindi i filtri antiparticolato sgretolano le Pm10 trasformandole in particelle ancora più piccole, e secondo alcuni ancora più pericolose, le considette nanoparticelle.


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