[18/01/2007] Comunicati

I rally africani diventano ecologici? Ci prova ´Aïcha delle gazzelle´

LIVORNO. Dalla Formula 1 al rally, gli organizzatori degli sport automobilistici sono in difficoltà davanti alle critiche di ambientalisti e governi e annunciano i loro nuovi orientamenti ambientali per un nuovo corso per queste attività: il commercio delle quote di CO2 prodotte dalle auto e dall´intero circo automobilistico.

A Parigi, Dominique Serra, patron del rally "Aïcha delle gazzelle" e l´Environmental resources management (Erm), uno dei principali gruppi mondiali di consulenza per ambiente, sicurezza e rischi, hanno firmato un accordo. «Il nostro obbiettivo – ha detto Serra – è di mettere in atto un piano di azione per ottenere entro tre, cinque anni un proprio label Rally, una novità nel settore che potrà servire da esempio per tutti».

Per centrare questo obiettivo, Maienga, l´impresa che organizza il rally, ha dato ad Erm il mandato di quantificare, valutare e ridurre gli effetti ambientali e sociali del passaggio dei suoi rally in paesi spesso poverissimi e su un ambiente delicato come quello del deserto marocchino. A ïcha intende investire 50 mila euro all´anno «attualmente il Marocco – spiega Dominique Serra al quotidiano canadese La Presse – ci permette di fare quello che altri paesi ci hanno interdetto. Conviene dunque far bene e loro potranno sanzionarci se andiamo là senza buon senso».

Il primo livello del piano d´azione per il risarcimento delle emissioni di CO2 avverrà direttamente durante la corsa, dopo la stima fatta per l´edizione 2006, nel 2007sarà fatto un rilievo sul campo. Parallelamente si dovranno identificare i modi di riduzione degli scarichi utilizzando metodi già sperimentati efficacemente sui 4x4 di serie. Nell´edizione 2007 del rallye delle gazzelle, per la prima volta la Total alimenterà 120 - 130 veicoli di partecipanti ed organizzatori con carburante contenente il 10% di biocarburante.

«Non di più sfortunatamente – dice Roman – poiché è il massimo accettato per i motori attualmente in vendita». In attesa di migliorare l´ecologia dei mezzi Erm sensibilizzerà i concorrenti con una carta di buona condotta e colonica in 7 punti che ogni concorrente dovrà rispettare e promuoverà l´utilizzo di biocarburanti.

Erm si occuperà di trovare progetti compensatori, azioni sul terreno approvato dalle popolazioni locali che permetteranno di controbilanciare le emissioni di CO2 del rallye «come cucine a carbone vegetale più efficaci energeticamente – spiega la società - o la costruzione di un inceneritore di rifiuti in un villaggio che il rallye attraversa». Tutte queste azioni dovranno portare al label "ecologico" del rally, comunque una novità per il mondo delle gare automobilistiche «per il quale le auto non inquinanti sono una delle ultime preoccupazioni - riconosce sulla Presse Christian Jugand, della Jugand 4x4, specialista francese dei veicoli per i raid africani e fornitore dell´assistenza meccanica per la Parigi-Dakar e il rallye Aïcha – Ma con les gazelles è differente. Non si fa della velocità e non si prendono rischi. Noi gli forniamo veicoli diesel dell´ultima generazione, costruiti rispettando le norme ambientali europeee, dunque non è un problema di girare in bio». E´ il caso di dire che l´iniziativa rischia di rimanere una pulce nel deserto se non si riusciranno a convincere anche gli altri organizzatori di rally della necessità di un tale cambiamento.

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