[19/01/2007] Acqua

Baldassarri (Asa): Tariffa acqua alta ma non graviamo sui comuni

LIVORNO. L´intesa sui servizi pubblici locali è cosa fatta e probabilmente si concretizzerà con un emendamento al disegno di legge del Governo, forse in votazione già la settimana prossima in commissione al Senato. In sintesi i Comuni potranno scegliere sostanzialmente fra la gara per l´affidamento del servizio a una società e la gestione in economia. Resteranno alcuni casi di affidamento a Spa mista o ad azienda pubblica con l´in-house, che saranno specificamente previsti dal decreto attuativo della delega o forse addirittura già inseriti nella legge di delega.

L´altro risultato ottenuto è la «moratoria» delle privatizzazioni dei servizi idrici, che di fatto ha confermato quanto già scritto nel programma elettorale di Prodi.

«La linea uscita da questa intesa mi pare soddisfacente – commenta Fabio Baldassarri, presidente del consiglio di sorveglianza di Asa Livorno dall’ottobre scorso - anche il fatto che quando si parla dei servizi pubblici si tiene fuori l’acqua è il segno di aver accolto alcune indicazioni e alcune problematiche sulle quali l’opinione pubblica si è espressa fortemente negli ultimi tempi».

L’Asa è il gestore unico dell’Ato 5 Livorno e non è certo un’azienda privatizzata, ma possiamo forse definirla “ibridata”, visto che a fronte del 60% di quote, il restante 40% appartiene all’ex Amga di Genova (che ora a suo volta è entrata nel gruppo Iride) e che vede tra i suoi soci diversi enti pubblici.

Chiediamo a Fabio Baldassarri di spiegarci il perché e la genesi di questa operazione, avvenuta nel giugno del 2004
«Intanto vorrei fare una premessa: purtroppo oggi c’è un forte disorientamento nell’opinione pubblica sul tema dell’acqua. In presenza di aziende ibridate, come diceva lei, non vuole dire che l’acqua è stata privatizzata: la legge Galli infatti individua 2 organismi: l’Ato che è proprietario della risorsa idrica, che programma e che infine fissa le tariffe ed è totalmente pubblico. Poi per quanto riguarda la gestione c´è un gestore unico (nel nostro caso Asa).
Detto questo ricordo che Asa fece una gara ad evidenza pubblica per trovare non un partner privato ma un partner industriale e infatti vinse l’Amga di Genova, anch´essa in maggioranza pubblica che ora fa parte del gruppo Iride quotato in borsa».

Dopo questa operazione il rapporto con gli utenti è migliorato o peggiorato?
«Ci sono due aspetti da tenere in considerazione: dal punto di vista industriale Asa ne ha guadagnato giovandosi di know how e tecnologie rilevanti che altrimenti non avrebbe potuto permettersi. Dal punto di vista della popolazione invece qualche problema in effetti c’è. Ma sono problemi che personalmente attribuisco al fatto che nel territorio provinciale si sono unificate diverse aziende, il che ha comportato un cambiamento di comportamenti, abitudini e procedure tecniche o amministrative».

La capacità di investire è migliorata o peggiorata dopo il passaggio da municipalizzata ad azienda mista pubblico-privata?
«La capacità di investire nei mesi passati è stata limitata perché appesantita da una situazione debitoria molto pesante e la sola tariffa oggi non è sufficiente a coprire gli investimenti di cui ci sarebbe bisogno. L’Ato sta comunque rivedendo il piano di bacino proprio per verificare la quantità di investimenti necessari e per stabilire una scala delle priorità. Quindi è attesa una ripresa sul fronte degli investimenti. Quello che sicuramente è migliorato dopo l’operazione di “ibridazione” è la capacità di Asa di selezionare gli investimenti più importanti e di proporli ad Ato che poi li impianterà in un progetto complessivo».

Secondo lo studio presentato nei giorni scorsi da CittadinanzAttiva Livorno è la città italiana dove l’acqua è più costosa dopo Arezzo. Che cosa ne pensa?
«Se guardiamo il costo dell’acqua dove ci sono i gestori unici, che hanno lo scopo di non scaricare i costi sui comuni, le oscillazioni sono molto limitate. Quello che colpisce sono alcuni strani salti che mi riprometto di studiare. Questo deriva dal fatto che la legge Galli non è applicata in tutta Italia: ci sono ancora aziende come quella della Versilia che gestiscono solo un servizio e comuni che gestiscono direttamente il servizio idrico e il costo di un’azienda speciale è lo stesso di 10 anni fa: a un certo punto l’azienda rischia di chiudere e il comune ripiana, ovviamente con i soldi dei cittadini».



Il costo dell’acqua è diminuito o aumentato da quanto Asa è stata ibridata? E perché?
«Ricordiamo che prima dell´avvento del gestore unico le tariffe nelle varie zone erano anche molto diverse tra di loro. In molti Comuni è sicuramente aumentato perché gli importi che in alcune città venivano tradizionalmente supportati da lle amministrazioni locali, ora vengono pagati direttamente in tariffa. Il gestore unico , in sostanza, applica tariffe, decise da Ato, che hanno lo scopo di rendere autosufficiente il servizio senza dovber più chiedere soldi ai Comuni. E non ci dimentichiamo che quando sono i Comuni a ripianare i deficit vuol dire che anzichè da chi consuma i soldi vengono indistamente da tutti cittadini senza distinzione».

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