[23/01/2007] Comunicati

Cina, i danni ambientali costano quanto l´incremento economico degli ultimi 30 anni

LIVORNO. In Cina esplodono le proteste e gli scontri violenti con la polizia, a confermarlo è lo stesso ministro della pubblica sicurezza Zhou Yongkang: nel 2005 ci sono state più di 87 mila proteste pubbliche, soprattutto nelle campagne dove le amministratori locali requisiscono terreni per venderli costruttori ed industrie. Le proteste hanno quasi sempre un carattere antigovernativo ed ambientale, come quella delle centinaia di migliaia di contadini dello Shandong, costretti a irrigare i campi con l´inquinatissima acqua dello Zhangweixin.

«Acqua fetida – spiega l´agenzia missionaria AsiaNews in un dossier dedicato ai disastri ambientali cinesi - nera come l´inchiostro e coperta di schiuma. Che bevono anche, quando non possono scavare pozzi sempre più profondi. E gli abitanti della città di Dezhou, alle sorgenti del fiume, mangiano tranquillamente i prodotti di questi campi». Secondo il governo a causare tutto questo sono le cartiere e gli impianti chimici, nei primi 7 mesi del 2006 sono stati chiusi 140 impianti inquinanti dell´Henan e 15 dello Shandong, ma le industrie più grandi continuano ad inquinare indisturbate dai funzionari locali. Il governo ha addirittura costruiti dighe per arginare le acque inquinate e tenerle lontane dall´acqua potabile dal Fiume Giallo. Anche la costa è colpita: la ricchissima pesca della regione è un ricordo, nel mare diventato rosso scuro, sono spariti gamberi e granchi ed aumentano i casi di cancro e di strane malattie. Ma ci sono coste ancora più inquinate come quelle di Tianjin, Shandong, Liaoning e Hebei che secondo l´amministrazione statale oceanica ogni anno ricevono da 43 fiumi gravemente inquinati e i reflui di un centinaio di discariche incontrollate, 5,7 miliardi di tonnellate di acque infette e 2 miliardi di tonnellate di rifiuti solidi. Anche qui l´acqua è rossa e la vita marina cancellata.

In pochi anni inquinamento, penuria d´acqua e grandi dighe hanno estinto un terzo delle oltre 150 specie di pesci del Fiume Giallo e fatto diminuire la pesca del 40% Intanto migliaia di impianti chimici sono sorti lungo i 5.464 km del Fiume Giallo, riversando nelle sue acque 4,35 miliardi di tonnellate di scarichi inquinanti solo nel 2005. Lungo il fiume vivono oltre 155 milioni di abitanti che devono la sua acqua e ci irrigano il 15% delle terre fertili dell´intera Cina. Le siccità devastanti sono sempre più frequenti e nel 2006 hanno colpito 17 milioni di persone nella Cina sud occidentale ed ormai si è arrivati al limite della possibilità idrica per l´agricoltura. La Cina nel 2005 ha ammesso emissioni per 26 milioni di tonnellate di biossido di zolfo, il 10% delle terre agricole risulta inquinato ed ogni anno vengono distrutte 12 milioni di tonnellate di prodotti agricoli contaminati da metalli.

Intanto il governo promette acqua potabile per 32 milioni di contadini, ma a non averla sono 320 milioni mentre 190 milioni devono acqua tossica e solo nell´8,81% dei villaggi agricoli l´acqua può essere considerata sicura per la salute umana.

Secondo il vicedirettore dell´agenzia governativa Sepa, Yin Pan, «i problemi causati dall´inquinamento costano al Paese tra l´8 e il 13% del Prodotto interno lordo (tra 181 e 294 miliardi di dollari con un Pil 2005 di 2.260 miliardi).Il 2006 è stato l´anno peggiore per la situazione ambientale in Cina. Il problema ambientale rischia di strozzare lo sviluppo sociale ed economico. Nel 2006 la Sepa ha ricevuto 600mila denuncie di fatti inquinanti». I danni causati dall´inquinamento sarebbero pari all´incremento economico degli ultimi 30 anni, un prezzo salato per arrivare ad un reddito medio annuo di 3 mila dollari, e con milioni di persone che vivono con meno di un dollaro al giorno.

Non va meglio nemmeno nell´altra Cina, nell´isola di Taiwan. Nella capitale Taipei dal 1969 a oggi 60mila tonnellate di ammoniaca, 2.900 di grassi e 220 di fenoli sono finite nel fiume Danshuei, mentre i danni ambientali creati da uno sviluppo sfrenato sono così enormi da essere diventati "normali" incombenze della vita quotidiana, e senza nemmeno assistere alle disperate proteste dei poverissimi contadini della Cina continentale..

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