[25/01/2007] Trasporti

Trasporto pubblico, il primato del biofuel di La Spezia

LIVORNO. Ieri pomeriggio decine di amministratori delle aziende di trasporto pubblico provenienti da tutta Italia si sono ritrovate a La Spezia. L’occasione era la presentazione ufficiale dei 3 nuovi autobus acquistati dall’Atc di La Spezia, che in effetti hanno una caratteristica unica: sono in assoluto i primi autobus italiani alimentati a bioetanolo, per la precisione con il carburante denominato E95, che sta a significare 95% di etanolo derivato da prodotti agricoli, e 5% di additivo prodotto da un’azienda svedese.
La Spezia infatti è l’unica città italiana che ha aderito al progetto europeo Best, che punta a sviluppare l´uso del bioetanolo, capace di abbassare il livello di emissioni inquinanti e ridurre la dipendenza dal petrolio.

«Il progetto è importantissimo – spiega con orgoglio il responsabile delle relazioni esterne di Atc, Riccardo Venturini – perché permette di ridurre del 70% le emissioni degli elementi inquinanti».

Ma ben presto non saranno solo i 3 autobus che fanno servizio tra Lerici e La Spezia e che si riforniscono nel distributore realizzato all’interno del deposito dell’Atc, a viaggiare a biofuel.

«In questo progetto abbiamo coinvolto anche Comune e Provincia – prosegue Venturini - che hanno acquistato ciascuno 5 auto flexfuel. Sono modelli Ford Focus e Saab 9,5 che hanno un unico serbatoio in cui si può immettere sia il bioetanolo che la benzina, che vengono poi miscelate automaticamente. Potranno essere utilizzate fra circa un mese, quando sarà aperto il primo distributore pubblico italiano di bioetanolo per auto, che è un po’ diverso rispetto a quello degli autobus. Per le macchine infatti viene utilizzato l’E85, ovvero 85% di bioetanolo e 15% di benzina, che possono essere immesse nello stesso serbatoio. Come obiettivo prefissato nel progetto c’è quello di riuscire a raggiungere quota 100 vetture circolanti a bioetanolo».

Se però dal punto di vista ambientale l’impatto è sicuramente minore, da quello economico non sarà facile convincere i privati. «Acquistare un veicolo alimentato a bioetanolo significa spendere tra il 5% e il 10% in più rispetto allo stesso mezzo a benzina – afferma il responsabile delle relazioni esterne dell’azienda di trasporto pubblico spezzina - Per gli autobus questa differenza è quantificabile in 15mila euro, mentre dal punto di vista del carburante il bioetanolo costa leggermente di più della benzina e consente di fare appena pochi chilometri in meno, anche se il motore è molto più reattivo perché il bioetanolo sviluppa più ottani. Abbiamo comunque inoltrato una richiesta al governo italiano perché consideri l’ipotesi di abbattere le accise per portare il prezzo del bioetanolo ai livelli molto più bassi e in linea con gli altri Paesi».

In effetti sono già diversi i Paesi che utilizzano biocarburanti: la Svezia in Europa è capofila del progetto Best (è il bioetanolo costa la metà: 0,70 cent a litro), mentre in Brasile già da diversi anni si viaggia col carburante verde.
Ma neppure il bioetanolo è esente da contraddizioni. Recentemente infatti è stato lanciato l’allarme perché per creare le immense piantagioni da cui ricavare biocarburanti vengono distrutte foreste, soprattutto nell’area amazzonica. Per questo per esempio sono state avanzate richieste ufficiali all’Ue, che ha da poco aperto sul biofuel, affinché la scelta ecologista consenta di sviluppare filiere agroindustriali in Europa, senza andare a intaccare nuove zone vergini dell’America centromeridionale o del sud est asiatico.
Intanto in Messico il boom dei biocarburanti ha fatto raddoppiare in pochi mesi il prezzo delle tortillas di mais, la cui richiesta è cresciuta esponenzialmente.

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