[25/01/2007] Aria

D´Angelis: «L´inquinamento prodotto dal termovalorizzatore deve essere compensato riducendo quello del traffico»

FIRENZE. La normativa europea vincola le amministrazioni a proseguire sulla strada del miglioramento: ogni volta che vengono attivate nuove sorgenti di inquinamento, è obbligatorio compensare le nuove emissioni con corrispondenti riduzioni da altri settori. «E’ proprio questo l’obiettivo da perseguire – dice il presidente della commissione territorio e ambiente Erasmo D’Angelis, al termine dell’audizione ambiente dei tecnici e degli esperti dell’Arpat sugli impatti dei termovalorizzatori - Quell´1% di inquinamento in più che può portare il termovalorizzatore della piana che a noi serve solo per chiudere il ciclo dei rifiuti dopo le azioni di riduzione, raccolta differenziata e riuso, va compensato agendo su altre sorgenti, ad esempio sul traffico, perché è questo il vero killer dei nostri polmoni».

In effetti i dati presentati da Arpat sono già ampiamente conosciuti da tempo: secondo uan recente ricerca inglese solo il 2% del nanoparticolato (PM 10) è attribuibile ai termovalorizzatori, mentre il 60% proviene dal traffico, il 20% dall’industria, il 10% dagli impianti di produzione di energia, il 7% dalla combustione domestica, il 2% da altri fattori (ovviamente dipende dalla città presa in esame).

Tradotto in fiorentino, cioè considerando tutte le sorgenti inquinanti nella piana fiorentina, l’apporto di un termovalorizzatore rappresenterebbe secondo Arpat circa l’1% di quanto produce il solo traffico dei motori diesel.
I tecnici, dati alla mano, hanno anche dimostrato che mettendo a confronto un termovalorizzatore con una discarica, ne esce penalizzata la discarica anche con maggiori emissioni di C02 in atmosfera. Tutti numeri che secondo il presidente della commissione Erasmo D’Angelis invitano a riflettere e ad allontanare gli allarmismi.

Secondo i dati diffusi dall’Arpat – in commissione c’erano Roberto Gori, Daniele Grechi e Rossella Francalanci - nella nostra regione il 76% dei rifiuti finisce in discarica, mentre solo l’8% prende la strada della termodistruzione; le medie europee sono del 44% per le discariche e del 20% per la termodistruzione. Firenze è la città italiana meglio monitorata e indagata sotto l’aspetto dell’inquinamento, anche delle più piccole particelle (ma non delle nanoparticelle, quelle inferiri a 1 micron, ancora impossibili da monitorare se non in pochi impianti sperimentali).

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